La Società Italiana di Sociologia, ha inviato una proposta al Ministro dell’Istruzione Bianchi perché ogni Istituzione scolastica abbia il supporto di un sociologo. Secondo la Sois il bisogno di monitorare i problemi sociali che si sviluppano all’interno della comunità scolastica rende questa figura necessaria
Riceviamo e volentieri pubblichiamo.
LECCE – L’imprevedibile e inaspettata pandemia da Covid-19 ha rivoluzionato le consuetudini di vita. È stato un “fatto sociale globale” che ha modificato le modalità di interazione con inevitabili effetti sulle organizzazioni, sulle comunità e sulle persone. Le chiusure prolungate, il ricorso sistematico alle nuove tecnologie con la didattica a distanza, ha posto nuove sfide all’economia della conoscenza e cambiato i modi tradizionali di concepire il lavoro e l’istruzione, creando nuove forme di disagio sociale, di povertà, accentuando in molte realtà territoriali le preesistenti disuguaglianze e creandone di nuove. Tuttavia, al pari di queste nuove e gravi fragilità, si stanno disvelando ulteriori opportunità di crescita culturale, per valorizzare le quali si dovranno mobilitare, indistintamente, tutte le componenti scientifico-professionali della nostra società, avendo cura di promuovere azioni che favoriscano l’incontro delle varie culture scientifiche.
È quanto riporta la consigliera nazionale, nonché referente per la Puglia e la Basilicata della Sois, Società Italiana di Sociologia, Maria Grazia Lezzi, riferendo di un’apposita proposta che il Consiglio direttivo nazionale della Sois, per il tramite della presidente nazionale, Patrizia Magnante, ha inviato al Ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, mettendo in luce che la proposta è stata strutturata dal Dipartimento Scuola della Sois, composto dai dottori Giorgia Altobelli (Abruzzo), Federica De Spirito (Puglia), Mara Fioravante (Marche), Antonio Iapichino (Calabria), Salvo La Puma (Sicilia), Maria Grazia Lezzi (Puglia/Basilicata), Patrizia Magnante (Lazio), Barbara Marino (Puglia), Teresa Sicoli (Calabria) e Antonio Tumminello (Sicilia). “Sentiamo il dovere professionale di evidenziare quanto la cultura sociologica, per il suo approccio intrinsecamente interdisciplinare, sia in grado di cogliere le interrelazioni tra le visioni dei diversi saperi, per restituire il senso di unità della conoscenza, alla base dello sviluppo del senso critico”.
Ciò premesso, “sono molteplici le ragioni per cui risulta fondamentale la consulenza strutturata della figura del sociologo all’interno del sistema scolastico. Il ruolo del suddetto professionista, infatti, per le sue tipiche caratteristiche specialistiche, può sicuramente operare allo scopo di individuare le varie esigenze delle singole componenti della scuola”. La SoIS, nella persona della presidente Magnante e su proposta dei sociologi del Dipartimento Scuola SoIS, ha comunicato al Ministro alcune linee di possibile operato di carattere professionale – monitoraggio di problemi sociali che si sviluppano all’interno della comunità scolastica e la formulazione di linee di intervento risolutive; costituzione di un Osservatorio permanente di ascolto attivo dei bisogni della comunità studentesca e di quella educante; raccolta, lettura e analisi dei dati relativi alla conoscenza delle necessità presenti nelle singole istituzioni scolastiche; sinergia con altre figure professionali; supporto agli studenti per le attività di orientamento come dimensione permanente e sistemica che si integra nel processo educativo; sostegno nella gestione delle competenze non cognitive – auspicando una concreta attuazione su tutto il territorio nazionale.