di Fabio Scrimitore
Non vi è dubbio che la circolare della Preside del Liceo Scientifico “Leonardo da Vinci” di Firenze, inviata il 21 febbraio 2023 agli studenti, agli insegnanti ed al personale amministrativo, tecnico ed ausiliario dell’Istituto, ricada sotto la tutela dell’art. 21 della Costituzione, il quale garantisce ad ogni cittadino la libertà di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
Se la suddetta Dirigente avesse recapitato quella sua nota ad un sindacato, o la avesse diffusa via cavo, probabilmente ne sarebbe derivata un’eco pubblica molto più flebile del grande clamore che le sue proposizioni hanno generato nella grande arena della stampa nazionale e delle vie sconfinate dell’etere. Clamore, questo, che è stato generato dal fatto che quel foglio, come dimostra obiettivamente il titolo “comunicazione” che gli ha dato la sua redattrice, insieme con l’apposizione del numero d’ordine “197”, è stato redatto dalla Preside nella veste istituzionale di Dirigente scolastica e, in particolare, in quella di educatrice, nonostante che la natura di istituzioni autonome, conferita alle scuole sin dall’anno scolastico 2000/01, sembra talvolta che faccia prevalere, fra le complesse funzioni del Dirigente scolastico, quelle amministrativo – gestionali, rispetto alle tradizionali funzioni specificamente educative degli ormai superati “capi di istituto”.
E’ pur vero, però, che l’ordinamento scolastico positivo vuole che nelle scuole pubbliche le funzioni didattiche, che evidentemente includono anche quelle educative, siano svolte in forma coordinata fra i diversi insegnanti, ed esige che una tale delicata e sapiente azione di coordinamento sia ricercata ed espressa collegialmente in seno all’organo che la legge ha individuato per assicurare il doveroso coordinamento fra le diverse discipline affidate agli insegnanti. E’ demandata, peraltro, alla sapienza del Dirigente scolastico la rappresentazione dei modi e dei termini con i quali debbono essere partecipati ai followers gli orizzonti formativi che la scuola si propone.
La collegialità delle decisioni attinenti agli orizzonti formativi e culturali della scuola appare, quindi, la forma che deve essere adottata per stemperare democraticamente gli orientamenti individuali che generalmente vengono espressi dai diversi componenti del Collegio dei docenti, armonizzandoli con le finalità generali dell’istituzione scolastica.
Per entrare più specificamente nel merito della “comunicazione” della citata Dirigente scolastica, si osserva che la conclusione cui si è giunti nelle predette proposizioni appare pienamente coerente con il doveroso orientamento democratico della scuola pubblica, che il Parlamento ha confermato ultimamente introducendo sin dal 2000, in tutti gli ordini e gradi della scuola pubblica, l’insegnamento dell’Educazione Civica, che rappresenta il tipico insegnamento formativo affidato al un team di insegnanti che, supportati da un collega coordinatore, possano rappresentare al meglio l’indole interdisciplinare della formazione del cittadino.
Nel quadro ordinamentale così definito, garantito dall’autonomia didattica riconosciuta al Collegio dei docenti, appare chiaro che la valutazione della opportunità dell’iniziativa adottata dalla Dirigente scolastica del “Leonardo da Vinci” è rimessa dalla legge alla esclusiva competenza della Direzione Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale della Toscana, e non invece a quella del Ministro dell’Istruzione e del Merito.