Accolta la misura cautelare urgente chiesta dal Codacons di Lecce e sei genitori: “Non emergono motivi particolari per le quali la Regione non debba allinearsi alle decisioni nazionali. Anche nelle zone rosse didattica in presenza alle elementari”. E ancora: “Sistema didattica a distanza inadeguato”. Udienza in Camera di Consiglio il 3 dicembre
Di Stefania De Cristofaro
BARI – Il Tar di Bari oggi ha “sospeso l’esecutività” dell’ordinanza del governatore della Puglia, Michele Emiliano, sulla chiusura delle scuole di ogni ordine e grado: il presidente della Terza sezione ha accolto, con decreto, il ricorso presentato dal Codacons di Lecce e dai sei genitori pugliesi. Di conseguenza, da lunedì prossimo 9 novembre 2020, gli alunni delle primarie e gli studenti delle medie torneranno a fare lezione in classe. A meno che non arrivi un nuovo provvedimento del governatore.
IL DECRETO DELLA TERZA SEZIONE DEL TAR
Il Tar, presidente Orazio Ciliberti, ha ritenuto sussistenti i presupposti alla base della misura cautelare urgente chiesta dall’avvocato Luisa Carpentieri, in rappresentanza della sede territoriale dell’Associazione per la tutela dei diritti dei cittadini e di alcuni genitori di alunni delle primarie, “considerato che l’ordinanza del Presidente della Regione Puglia (la n. 407 del 28.10.2020) con cui è stata disposta la didattica integrata per tutte le scuole di ogni ordine e grado sul territorio regionale, ad eccezione dei servizi per l’infanzia
“interferisce, in modo non coerente, con l’organizzazione differenziata dei servizi scolastici disposta dal sopravvenuto DPCM 3 novembre 2020, il quale colloca la Puglia tra le aree a media criticità (cosiddetta zona arancione) e che persino per le aree ad alta criticità (c.d. “zone rosse”) prevede la didattica in presenza nelle scuole elementari”.
LA REGIONE PUGLIA E LA DIDATTICA DIGITALE A DISTANZA: “SISTEMA INADEGUATO”
“Dalla motivazione del provvedimento impugnato – si legge nel decreto – non emergono ragioni particolari per le quali la Regione Puglia non debba allinearsi alle decisioni nazionali in materia di istruzione”.
E ancora: “come dedotto dai ricorrenti, vi sono in Puglia molte scuole e molti studenti non sufficientemente attrezzati per la didattica digitale a distanza, di guisa che l’esecuzione del provvedimento impugnato si traduce in una sostanziale interruzione delle attività didattiche e dei servizi all’utenza scolastica (per la tutela dei quali si può ritenere, in via di prima delibazione, attivamente legittimato anche il ricorrente Codacons)”.
Il giudice amministrativo, infine, ha “ritenuto che il rilevato profilo di inadeguatezza del sistema scolastico pugliese ad
attivare subito la DAD costituisce ragione di urgenza per la quale si deve disporre la misura cautelare interinale” e per questo ha di fatto congelato il provvedimento di Emiliano. L’esecutività dell’ordinanza, quindi, è stata sospesa in attesa della trattazione del giudizio che avverrà, in camera di consiglio, il prossimo 3 dicembre, data che coincide con l’ultimo giorno in cui resta in vigore il Decreto del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte (quello datato 3 novembre 2020 e pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il giorno successivo). Cosa significa? La pronuncia del Tar ha come conseguenza immediata il ritorno in classe, da lunedì prossimo, degli studenti delle scuole primarie e medie della Puglia (resta la didattica a distanza per quelli delle superiori, così come previsto dal Dpcm). Tutto questo a meno che Emiliano non decida di confermare la chiusura delle scuole con una nuova ordinanza.
IL CODACONS DI LECCE: “DAL TAR PROVVEDIMENTO LOGICO”
“Il decreto del Tar è provvedimento lineare, logico, e giuridicamente ineccepibile”, commentano il responsabile della sede di Lecce del Codacons, l’avvocato Cristian Marchello, e il coordinatore provinciale, Antonio Carpentieri.
“Speriamo ora che la Regione Puglia voglia adeguatamente riconsiderare la propria posizione allineandosi ai complessi parametri fissati dal Governo per la definizione delle criticità
epidemiologiche nelle varie zone del paese consentendo agli studenti salentini la regolare ripresa della didattica”, si legge nella nota stampa.
“Il Codacons di Lecce e i genitori ricorrenti sono assolutamente consapevoli della gravità della situazione ed è proprio con questa consapevolezza e con una adeguata valutazione degli interessi che hanno deciso di presentare il ricorso ottenendo oggi un primo importante risultato”, è scritto nel comunicato.
“Vogliamo che sia tutelato l’interesse degli studenti alla prosecuzione di una didattica che se persa sarà persa per sempre senza possibilità di recuperare la situazione così come vogliamo la tutela della salute dei ragazzi attraverso la rigorosa applicazione dei protocolli di sicurezza sia all’interno che all’esterno delle strutture scolastiche”.
IL NODO DEI TRASPORTI PUBBLICI
“Come più volte ripetuto dal Ministero dell’Istruzione il problema non sono le strutture scolastiche e/o le scuole ma il complesso mondo che gira intorno ad esse, in primo luogo i trasporti pubblici. La risposta non può quindi essere l’indiscriminata chiusura delle scuole ma provvedimenti che incidendo significativamente sulla gestione dei trasporti consentano ai ragazzi di arrivare a scuola in piena sicurezza, oltre agli interventi in materia di chiusura e/o limitazione di esercizio delle strutture ricreative”, si legge sempre nella nota del Codacons. “Provvedimenti che soprattutto tengano in adeguato conto le diverse e concrete situazioni di rischio esistenti nella Regione Puglia. L’istruzione e la didattica una volta perse non sono più recuperabili, sono perse e basta e miliardi di indennizzi non potranno mai compensare questo periodo”.
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