Fronteggiare gli atti di bullismo con interventi educativi e punitivi: a questo deve mirare l’azione sinergica tra scuola e famiglie, con il coinvolgimento in alcuni casi della Polizia postale
di Fabio Scrimitore
Abstract
La legge 71/2017 sul cyberbullismo raggruppa sotto quest’etichetta “qualunque forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, diffamazione, furto d’identità, alterazione, acquisizione illecita, manipolazione, trattamento illecito di dati personali in danno di minorenni, realizzata per via telematica, nonché la diffusione di contenuti on line aventi ad oggetto anche uno o più componenti della famiglia del minore il cui scopo intenzionale e predominante sia quello di isolare un minore o un gruppo di minori ponendo in atto un serio abuso, un attacco dannoso, o la loro messa in ridicolo”. Si potrà ricondurre lo stesso gruppo d’azioni, attuate all’interno della realtà scolastica, nella definizione di “bullismo”. I due fenomeni devono essere fronteggiati bilanciando la fase sanzionatoria e quella educativa, propria del contesto scolastico.
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