• martedì , 16 Luglio 2024

RAV: alla ricerca di indicatori che indichino

di Rita Bortone

I processi: curricolo, progettazione, valutazione

Il punto 3 della struttura del RAV (guida all’autovalutazione – novembre 2014) riguarda i Processi e il punto 3.1 ha come oggetto dell’autoanalisi: Curricolo, progettazione e valutazione.

Il questionario che Invalsi aveva predisposto per orientare gli Istituti nella pratica autovalutativa, relativamente al curricolo (scuola del primo ciclo), proponeva di utilizzare come indicatori la presenza di curricoli disciplinari (italiano, matematica, lingua inglese, scienze, altre discipline);  di un curricolo per lo sviluppo delle competenze trasversali (es., educazione alla cittadinanza, competenze sociali e civiche); di un profilo delle competenze in uscita dalla scuola; la destinazione di una quota del monte ore annuale per la realizzazione di attività o insegnamenti scelti dalla scuola.

Relativamente alla progettazione didattica, gli indicatori proposti riguardavano l’utilizzo di modelli comuni a tutta la scuola; la elaborazione di itinerari comuni per specifici gruppi di studenti (studenti con BES, con cittadinanza non italiana, ecc.); la presenza di una programmazione per classi parallele; di una programmazione per dipartimenti disciplinari o per ambiti disciplinari; di una programmazione in continuità verticale (fra anni di corso diversi); la definizione di criteri di valutazione comuni per le diverse discipline; la progettazione di moduli o unità didattiche per il recupero delle competenze; la progettazione di moduli o unità didattiche per il potenziamento delle competenze.

Relativamente alla valutazione, il questionario chiedeva sostanzialmente se gli studenti avessero svolto prove per classi parallele, che tipo di prove e in quali classi.

Molti degli indicatori dunque, come si sarà già osservato, riguardano la presenza di documenti progettuali o curriculari o di pratiche  valutative, non il loro contenuto: consentono dunque,  nel caso di assenza dei documenti o delle pratiche richiesti, di verificare una criticità,  ma nel caso in cui la elaborazione dei documenti sia stata compiuta, gli stessi indicatori non sono in grado di farne emergere gli eventuali punti di forza o di debolezza.

La guida alla compilazione del RAV, lo sappiamo tutti, invita le scuole a non fermarsi a quanto richiesto dagli strumenti predisposti, ma a diventare parte attiva del proprio processo autovalutativo, ricercando altri indicatori che, non previsti a livello nazionale, risultino però utili a segnalare elementi di qualità della scuola.

Convinta che la valutazione e l’autovalutazione di un oggetto possano partire solo da una chiara idea dell’oggetto stesso e dalla individuazione dei suoi elementi caratterizzanti, provo a delineare quelli che a mio avviso dovrebbero costituire i modelli di riferimento degli oggetti da prendere in esame (curricolo, progettazione didattica, valutazione) e che ritengo non possano che partire dalla norma e da ciò che essa, esplicitamente o implicitamente, ci indica.

L’analisi che propongo potrà aiutare ad individuare eventuali punti di forza che l’Istituto non abbia finora riconosciuto come indicatori di qualità, ed eventuali  punti di debolezza che l’Istituto non abbia finora riconosciuto come criticità: tanto, ai fini di una autovalutazione che giovi al miglioramento del servizio di istruzione, anche al di là dell’adempimento burocratico della compilazione del Rav.

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