di Agata Scarafilo
Non più di un mese fa, mentre tutte le scuole erano in procinto di adottare il Programma triennale per la trasparenza e l’integrità (PTTI), ci eravamo lasciati con un contributo che, preannunciando la pubblicazione di un nuovo Decreto Legislativo (il FOIA), ci spingeva a chiederci: Questo PTTI s’ha da fare o non s’ha da fare?
Infatti, alla data in cui si scriveva, 23 maggio 2016, si prendeva atto di un obbligo al 30 maggio 2016 di adozione del PTTI, derivato dalla Delibera ANAC n. 430 del 13/04/2016, e delle due possibilità che si sarebbero potute verificare se il Decreto FOIA (approvato il 16 maggio scorso dal Consiglio dei Ministri) fosse stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale prima del 30 maggio 2016 o, al contrario, non fosse stato pubblicato entro tale data.
Le valutazioni che feci in quel contributo (https://www.scuolaeamministrazione.it/it/questo-ptti-sha-da-fare-o-non-sha-da-fare/) tennero ovviamente conto di quelle che erano e sono le basilari norme di diritto in Italia oltre ai tempi di adeguamento alla nuova norma che lo stesso Decreto FOIA prevedeva nelle disposizioni transitorie di cui all’art. 42 (i famosi 6 mesi). Così, si ebbe ad affermare che:1) se i Decreto fosse stato pubblicato in G.U. entro il 30 maggio e, per espressa previsione del testo normativo, l’effetto fosse stato immediato, le Scuole non avrebbero avuto l’obbligo di adottare il PTTI (si disse in questo caso: PTTI non s’ha da fare); 2) se al contrario tutto ciò fosse stato traslato oltre quella stessa data, prescritta dall’intervento regolatorio dell’ANAC, le scuole avrebbero avuto l’obbligo di adottare il Programma sulla trasparenza (si disse in questo caso: PTTI s’ha da fare) pur nella consapevolezza che gli effetti non potevano più essere validi per il triennio, ma fino al periodo in cui continuava a produrre i suoi effetti l’articolo 10 del D.Lgs n. 33/2013.
Questo a mio avviso era l’unico modo di ragionare in termini giuridici, ancor più perché il 30 maggio segnava anche la data entro cui, sempre in base alle stesse linee Guida ANAC, gli USR dovevano predisporre ed adottare il PTPC (Piano anticorruzione). Infatti, le medesime Linee Guida ANAC spostavano di qualche mese, al 1° di settembre 2016, solo il termine per l’attuazione delle misure previste nei PTPC e nei PTTI , quindi non dell’adozione.
Premetto che il frutto del ragionamento esulava da ogni considerazione personale sull’opportunità che le scuole, ancora una volta, fossero coinvolte in un lavoro che poteva essere demolito il giorno dopo (per effetto ancor più di una norma che stava nascendo prima ancora della pubblicazione della Delibera ANAC già citata), in quanto non era quella la sede per discuterne.
Anche oggi si rimanda alle sedi opportune ogni discussione derivante da ovvie criticità sull’argomento continuando, invece, a dare voce ai fatti.
Fatti che mettono in evidenza un modus operandi dal quale ne è scaturito un’interrogazione parlamentare (n. 4/134058). Un’interrogazione a risposta scritta che pone in essere non poche perplessità e richieste di chiarimento al MIUR per aver, con lettera n. 1708 del 27 maggio 2016, comunicato la sospensione dell’adozione del PTTI da parte delle istituzioni scolastiche ed invitato gli Uffici Scolastici Regionali (USR) a darne comunicazione alle stesse.
L’interrogazione è a firma degli onorevoli Nicola Ciracì (primo firmatario), Roberto Marti, Gianfranco Giovanni Chiarelli, Cosimo Latronico, Antonio Distaso, Rocco Palese, Trifone Altieri e Francesco Benedetto Fucci, tutti del gruppo Misto Conservatori e Riformisti.
Nella seduta dell’8 giugno scorso (n. 634) i citati onorevoli, dopo una lunga premessa che riassume la norma, hanno chiesto al MIUR di chiarire in base a quali presupposti normativi, prima ancora che un Decreto Legislativo produca i suoi effetti, i capi del Dipartimento abbiano potuto comunicare alle scuole la sospensione del PTTI.
Altro ancora nell’interrogazione, che si allega, viene chiesto al MIUR, ma il nodo della questione, ad oggi, rimane ancora da sciogliere (il MIUR non ha ancor risposto).
Intanto, sappiamo che, dopo la sospensione, gli USR hanno fissato un nuova scadenza (30 giugno 2016) e, ad eccezion fatta di alcune regioni (ad esempio USR della Sardegna- vedasi nota prot. N.AOODRSA 9805 del 14 giugno 2016), molti uffici scolastici regionali hanno invitato le scuola, attraverso puntuali circolari, ad adottare un “Programma della Trasparenza Baby” (semestrale), cioè che tiene conto del periodo dilatatorio previsto dall’articolo 42 del Decreto legislativo, 25/05/2016 n° 97 (G.U. 08/06/2016) e che entrerà di fatto in vigore il 23 giugno 2016.
Si tratta, lo ribadiamo, di un Decreto Legislativo che introduce il meccanismo dell’accesso civico sullo stampo del “Freedom of Information Act” (FOIA).
Concludo questo intervento rispondiamo a chi aveva buttato ai 4 venti che il Programma sulla Trasparenza non si doveva fare, che invece, come avevo giustamente prospettato, in questo periodo transitorio, baby o non baby, s’ha da fare e a mio avviso, visto come sono andate le cose, continuo a sostenere che si doveva fare entro il 30 maggio 2016, anche se l’ANAC, alla fine, rispondendo al miur MIUR con una nota del 01/06/2016 prot. n. 87268, condividendo il differimento del PTCP al 30 giugno 2016, ha condiviso anche il differimento al 30 giugno 2016 del PTTI.
È bene chiarire, ancora, che del Programma Trasparenza semestrale (battezzato baby) e che molte scuole sono in procinto di adottare entro il 30 giugno 2016, nel nuovo Decreto Legislativo 97/2016 non vi è traccia, quindi, ancora una volta: siamo sicuri che, secondo il dettame legislativo attualmente in vigore, stiamo percorrendo la giusta strada?
Concludo dicendo che con il nuovo Decreto Lgs 97/2016 viene confermato che le due figure del Responsabile Anticorruzione e del Responsabile Trasparenza collimeranno nell’unica persona responsabile di ambedue gli ambiti, di conseguenza le due funzioni verranno attribuite all’unico dirigete dell’Ufficio Scolastico Regionale di pertinenza.