La giovane Compagnia del Chianti trova nei libri d’apertura della Bibbia una chiave per affrontare in modo originale il tema della migrazione, con appigli alla storia e alla letteratura. Un progetto monumentale
di Vincenzo Sardelli
GENESI pentateuco #1 di Chiara Boscaro Età: dai 14 anni
ESODO pentateuco #2 Età: dai 16 anni
LEVITICO pentateuco #3 di Marco Pezza, Chiara Boscaro e Marco Di Stefano Età: dai 16 anni
NUMERI pentateuco #4 di Chiara Boscaro e Marco Di Stefano Età: dai 16 anni
DEUTERONOMIO pentateuco #5 di Marco Di Stefano Età: dai 14 anni
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I primi cinque libri della Bibbia come occasione per parlare di “Terra Promessa”. Con riferimento alle nuove migrazioni e al topos del viaggio.
Il Pentateuco, testo base dei tre monoteismi, traccia l’identità del popolo ebraico nel rapporto con la Rivelazione e con la Legge. A quest’opera si è ispirata la compagnia milanese Confraternita del Chianti, una delle migliori espressioni del panorama teatrale giovanile in Italia, per un progetto monumentale e ambizioso.
Il Pentateuco è un racconto in cinque tappe, orchestrato dalle due menti della compagnia, la drammaturga Chiara Boscaro e il regista Marco di Stefano. Esso racconta «la migrazione continua, il vivere insieme in una condizione precaria e quindi la necessità di creare una società in moto perpetuo». Ne scaturisce un ciclo di cinque monologhi autonomi, ricco di simboli e citazioni, ispirati al testo sacro di quella che gli Ebrei chiamano Torah. Ogni pièce è legata al tema principale dell’espatrio, ne affronta aspetti e fatti storici che intersecano vissuti e sensibilità dei singoli protagonisti della compagnia.
Le opere hanno debuttato l’una dopo l’altra al Teatro Verdi di Milano, poi sono andate in tournée, toccando le estremità della Penisola.
Genesi affronta il tema del linguaggio; Esodo tratta la diaspora degli italiani dal confine con l’ex Jugoslavia dopo l’8 settembre del ’43; Levitico parla di regole, legge, disciplina; Numeri affronta il tema della clandestinità. In Deuteronomio, infine, un emigrato che si credeva integrato scopre, dopo un orrendo fatto di cronaca, di essere all’indice di una comunità che credeva di poter chiamare famiglia.
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