Storia di una bambina plusdotata, di una mamma e una Scuola che hanno saputo ascoltarla
Abstract
“Ninalagenia”: storia di un’adolescente felice salvata dai genitori. Il racconto fatto da chi l’ha vissuto, dall’asilo al liceo, della dura vita di una bambina gifted che rischiava – come tanti coetanei – di non essere riconosciuta come una studentessa ad alto potenziale cognitivo. Perché la plusdotazione è una, ma i bambini plusdotati
sono “ciascuno”. E ognuno di loro può avere un talento diverso. Perché il bambino plusdotato non è necessariamente bravo in matematica o in arte o in italiano. Una scuola veramente inclusiva, abbraccia il bambino bravo a disegnare e ne trasferisce ammirazione e capacità nei confronti dei suoi compagni, così per il più veloce, per il più bravo a scrivere o il più leader: E ad ognuno dà la possibilità di imparare dagli altri. Un’utopia?
di Claudia Cichetti*
Tuo figlio lo vedi tutti giorni, lo vedi crescere, è tutto normale tra te e lui, tra lui e la tua famiglia. E’ figlio di quel contesto. Se sei un adulto “normale” con una sua vita affermata e senza frustrazioni, tali da usare un figlio per rifarsi, tuo figlio è come te. NORMALE. Diversamente, se tuo figlio inizia a lallare e intravedi in lui un piccolo Pavarotti, se batte le ditine sul pianoforte senti una melodia mozartiana, sei tu che hai un problema. Non avendone io, mia figlia Nina, l’ho vista sempre una bambina tremendamente normale. Mi divertivo con lei a crescere insieme: d’altronde, a parte i primi mesi, non ci ho pensato proprio a tentare di avere un lavoro che mi rimettesse in pista. Nemmeno il tentativo feci, tanto fu il disappunto quando dissi che ero incinta.
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