di Daniele Milella
Il nuovo ministro incaricato all’Istruzione del Governo Conte sarà Marco Bussetti, 56 anni, ex insegnante di educazione fisica, ex provveditore agli studi della provincia di Milano e dirigente scolastico. Insomma, una vita professionale trascorsa all’interno della scuola.
Dopo la laurea magistrale in “Scienze e Tecniche delle attività motorie” conseguita con lode all’Università Cattolica di Milano e il successivo diploma universitario ISEF, il prof. Bussetti inizia a ricoprire vari ruoli in ambito scolastico ed accademico dapprima in qualità di docente di educazione fisica nella scuola media, poi come coordinatore di educazione fisica per conto del Provveditorato agli Studi dell’ambito territoriale di Varese, quindi come Dirigente scolastico dell’I.C. Corbetta di Milano fino al 2011.
Trova un suo spazio all’interno dei gruppi di lavoro monotematici del MIUR, occupandosi del “rilancio delle attività motorie nelle scuole” e come referente per corsi di formazione sull’alfabetizzazione motoria.
Nel 2012 insegna “Educazione Fisica e Legislazione Scolastica” presso L’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.
Dal 2015 è Dirigente del Decimo Ufficio Scolastico Territoriale di Milano.
Bussetti è un tecnico ma sarà un ministro in quota Lega. Il candidato del Movimento 5 stelle era, come è noto, il Dirigente scolastico brindisino Salvatore Giuliano. Chissà se i due potranno comunque collaborare in nome di una rinnovata unità nazionale tra scuole del centro-nord e quelle più problematiche del sud.
Nel capitolo del contratto per il “governo del cambiamento” dedicato all’istruzione, si scommette sulla formazione obbligatoria dei docenti e sul perfezionamento dell’alternanza scuola-lavoro; mentre la contestata riforma della “buona Scuola”, potrebbe non essere cancellata del tutto ma riformata in alcuni passaggi.
Se il nuovo ministro dovesse rispettare maggiormente il programma del centrodestra, punterà ad offrire alle famiglie maggiore libertà di scelta nell’offerta educativa incentivando gli Istituti privati. Il M5s ha però una posizione opposta, con una più decisa vocazione alla tutela della scuola pubblica. Staremo a vedere con interesse la sintesi che potrà emergere.
Nel piano del centrodestra, inoltre, si parlava dell’eliminazione del precariato nella scuola, senza una precisa indicazione di come perseguire l’obiettivo. Anche sull’alternanza Scuola-Lavoro sono attesi provvedimenti volti a rendere questo strumento più utile, così come su una maggiore attenzione alle esigenze dello staff amministrativo delle Scuole (Dsga e personale ATA).
Da monitorare con attenzione anche la voce del programma sull’obbligatorietà dei vaccini nelle scuole: l’indicazione della maggioranza (inclusa la d.ssa Giulia Grillo neo Ministra della Salute) è che i vaccini sono utili ed ogni bambino dovrebbe essere in regola con le somministrazioni, in un quadro tuttavia di forte contrarietà all’obbligo vaccinale imposto a tutti i minori dal Ddl Lorenzin. Vedremo come si dipanerà anche questa matassa.
E’ poi probabile che il nuovo governo spinga sul rilancio di un “Piano di edilizia scolastica”, già avviato dal centrosinistra, al fine di risanare gli edifici scolastici di tutta Italia per renderli più efficienti dal punto di vista energetico e, intervento improrogabile soprattutto al Sud, più sicuri, specie nelle zone ad alto rischio sismico.
Certo è che tra le criticità che il neoministro dovrà affrontare nell’immediato c’è lo sciopero dei docenti universitari programmato per i prossimi appelli di giugno e che la popolazione studentesca chiede possa esser cancellato. Staremo a vedere cosa accadrà, nella speranza che a farne le spese non siano – come troppe volte è accaduto nel corso degli ultimi anni – studentesse e studenti.