Il libro, portando verso inaspettate conoscenze della propria dimensione interiore, diventa continua esplorazione del mondo reale, ma anche ri-scoperta, ri-conoscimento di situazioni, di sentimenti, di concezioni della vita.
Forse si legge davvero solo a 15 anni, quando si fanno quelle letture che induriscono le ossa, strutturano il pensiero, maturano i sentimenti e le ragioni che accendono i sogni.
Nel mondo insostituibile dei libri “c’è il tempo, la memoria, l’esistenza”, e la lettura può aiutarci a guardare l’essenziale del mondo e a comprendere ciò che non lo è.L’imperfetto lettore
Antonio Errico, Anima Mundi, 2018
di Antonio Lupo
Quel caleidoscopio di strade aperte che è dentro i libri e dentro di noi
Il libro di Antonio Errico, una raccolta di articoli quasi tutti provenienti dalla sua rubrica settimanale “I resti di Babele” (“Nuovo quotidiano di Puglia”), richiama l’attenzione su tutto ciò che la lettura può suscitare, provocare, stimolare, costruire e sedimentare negli anni.
Prendendo in esame opere-chiave della letteratura di tutti i tempi, l’autore ci fa riflettere su come alcuni libri (o uno soltanto) possano rimanere associati alla nostra vita, su quanto possano incidere una frase o un verso, a breve e a lungo termine, nella quotidianità di ogni lettore, fin dal primo approccio al testo scritto: “una creatura con cui dialogare”. Così il libro, portando verso inaspettate conoscenze della propria dimensione interiore, diventa continua esplorazione del mondo reale, ma anche ri-scoperta, ri-conoscimento di situazioni, di sentimenti, di concezioni della vita. Un viaggio iniziato nella prima infanzia con il libro dei libri e continuato con l’esperienza delle letture più amate, quelle sulle quali ritornare nel tempo.
Se in Fabbricanti di sapere: metodi e miti dell’arte di insegnare (Manni, 1999), Errico metteva il lettore in grado di familiarizzare con Ie opere ed il pensiero dei grandi pedagogisti ed esperti di didattica attraverso itinerari interdisciplinari, ne L’imperfetto lettore si entra in contatto con autori e pagine della letteratura di ogni genere ed età, rimanendone coinvolti attraverso frammenti, citazioni, richiami. In entrambi i testi, le diverse narrazioni (in questo caso di taglio giornalistico) costituiscono un saggio, secondo una particolare e originale cifra stilistica dell’autore.
Tutti gli aspetti letterari e formativi, connessi alle dinamiche del leggere, sono perciò motivo di approfondimento, compresi i riferimenti ai percorsi della didattica, fin dal primo approccio al testo scritto.
Qualsiasi sapere richiede tempo – sostiene l’autore –, fattore fondamentale nei processi evolutivi dell’apprendimento: la lettura va appresa sin da piccoli, in un viaggio che si aprirà continuamente a nuovi traguardi, perciò le maestre che insegnano a leggere sono essenziali.
Nel momento in cui ci si accosta all’avventura di decodifica della scrittura, sta per iniziare, attraverso la lettura, un percorso di progressiva acquisizione di competenze, di costante arricchimento di forme espressive e di saperi, di conquista di sempre maggiore senso critico. Un navigare utile alla conoscenza di sé come a quella della realtà, nonché alla relazione con gli altri, scorre quindi attraverso le pagine scritte, organizzandosi fin dalle prime letture in un sistema di pensiero.
Che dire poi di altri strumenti di lettura, come l’e-book? Una opportunità illimitata che però non ha il fascino materico insostituibile del libro da tenere fra le mani:
Sono convinto che nessuno provi lo stesso desiderio mentre sta leggendo una pagina di internet.
Un approccio digitale che a maggior ragione non è certamente da proporre durante l’ infanzia, come prima esperienza di lettura (“mai in mano a un bambino”).
Nel percorso di crescita intellettiva ed emotiva di ognuno, rimane fondamentale anche la fase della pre-adolescenza: un momento decisivo, perché
forse si legge davvero solo a 15 anni… quando si fanno quelle letture che induriscono le ossa, strutturano il pensiero… maturano i sentimenti e le ragioni che accendono i sogni.
A quell’età si verificano felici condizioni di intesa scrittore-lettore, quando si avverte maggiormente il desiderio di conoscere l’autore e di inoltrarsi verso nuove sperimentazioni di pensiero, verso l’ universo sconfinato della letteratura. Andrà sempre più rafforzandosi, così, quel lungo percorso formativo del “rielaborare, interpretare, comparare, scendere nei significati e assimilarli”, abilità che, se non acquisite subito, “non si imparano mai più”, in un periodo in cui anche poter scambiare libri in ambito scolastico e parlarne diventa un’opportunità da non perdere.
In seguito la giostra della vita comincerà a sballottarti come un tagadà, ma i libri non ti lasceranno, saranno lì mentre il tempo scorre con i suoi cambiamenti, rimarranno associati alla consapevolezza dell’“incompiuto”, poiché i libri e la vita “hanno una somiglianza straordinaria”.
Non conta la quantità, non contano i consigli, non esiste una biblioteca ideale, neanche nell’organizzazione e classificazione, se non quella che ci si costruisce come “propria”, precisa l’autore. Si tratta di scelte personali, consapevoli. Il buon lettore non è perfetto.
Di grande esperienza, ma imperfetto come ogni lettore, Errico, che della lettura fa la sua scrittura, in un libro che parla di libri, non ha certezze assolute: quasi tutti i suoi assunti e pareri sono preceduti dal “forse”.
Una precisazione che l’autore non tralascia nel delineare un affascinante ventaglio di testi: da Cervantes a Garcia Marquez, da Leopardi a Gozzano, da Pavese a Elsa Morante (solo per citarne una minima parte) a prova della relatività dei pensieri e dei giudizi umani e della imperfezione che è insita in ogni lettore. Chi legge ne custodisce la preziosa umiltà, pur sapendo quanto è possibile imparare da un libro, da una frase, da un verso o da una parola; sa anche che i tempi e i luoghi della letteratura sono infiniti e che molteplici sono le possibilità di riconoscere, di riconoscersi, di organizzare in categorie le visioni della vita, nella sola certezza che leggere e vivere sono condizioni destinate all’incompiuto.
Così, parlando dei libri e dialogando con essi, come “compagni di strada” nei quali si può scrutare la bellezza e la bruttezza del mondo, tutta la saggezza e la stoltezza, la verità e la falsità, lo scrittore ti ci fa trovare dentro quelli letti e quelli non letti.
Nel mondo insostituibile dei libri “c’è il tempo, la memoria, l’esistenza”, e la lettura può aiutarci a guardare l’essenziale del mondo e a comprendere ciò che non lo è.
Per tutte queste ragioni, dal momento in cui si scopre il piacere della lettura, i libri ci accompagneranno sempre.