• martedì , 3 Dicembre 2024

L’educazione alla cittadinanza nella scuola

di Antonio Santoro

Non basta convivere nella società, ma questa stessa società bisogna crearla continuamente insieme. Il sistema educativo deve formare cittadini in grado di partecipare consapevolmente alla costruzione di collettività più ampie e composite, siano esse quella nazionale, quella europea, quella mondiale.
(Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione)

La società italiana contemporanea – si scrive nell’Editoriale dell’ultimo numero (3/2022) della rivista Pedagogia e Vita – “non è solo una società multi- culturale, ma è una società frammentata: una società […] che registra il crollo della partecipazione politica, della collaborazione attiva alla costruzione della comunità politica”, cioè di una comunità “costituita dalla condivisione di affermazioni intorno ai diritti universali degli uomini, diritti civili e diritti sociali, affermazioni che devono diventare , che a tutti s’impongano e da tutti – in linea di principio – possano essere accettati” (pp. 21-22).
Vi è dunque l’urgenza “di riconquistare i cittadini ad una partecipazione collaborativa, in sostanza alla costruzione di una democrazia veramente politica” (ivi, p. 19), e si impone pure la necessità di una prospettiva educativa specificamente finalizzata all’acquisizione, da parte delle nuove generazioni, nelle forme possibili e con le gradualità opportune, della “competenza in materia di cittadinanza”; prospettiva che concretamente significa:

a) favorire lo sviluppo della “capacità di impegnarsi efficacemente con gli altri per conseguire un interesse comune o pubblico”, e quindi “di partecipare in modo costruttivo alle attività della comunità, oltre che al processo decisionale a tutti i livelli, da quello locale e nazionale al livello europeo e internazionale”;
b) promuovere “il rispetto dei diritti umani” e la disponibilità a condividere “il sostegno della diversità sociale e culturale, della parità di genere e della coesione sociale, di stili di vita sostenibili, della promozione di una cultura di pace e non violenza” (1).

Si tratta di una finalità formativa che, prima ancora della individuazione e della proposta di iniziative ed esperienze per la costruzione, nella istituzione scolastica, di “una comunità […] democratica con un set di valori condivisi” nei quali riconoscersi (2), prevede e richiede una appropriata riconsiderazione del Patto di Corresponsabilità Educativa e del Patto Educativo di Comunità, per portare “la comunità (locale) più dentro la scuola e la scuola e i processi educativi più dentro la comunità (locale) e il sistema di welfare” (3). E soprattutto per meglio definire compiti e responsabilità delle diverse situazioni ambientali (microsistemi) nelle quali si realizza il processo di crescita del soggetto in via di sviluppo, anche sulla base della consapevolezza:

• che la condizione meno favorevole per lo sviluppo dell’allievo è quella in cui il mesosistema (cioè l’insieme dei ‘suoi’ microsistemi di vita: fami- glia, scuola, associazioni varie, ecc.) è “scarsamente collegato”;
• che il potenziale educativo della ‘situazione ambientale – scuola aumenta in funzione della quantità e qualità dei rapporti esistenti tra la situazione stessa e gli altri microsistemi, e in particolare tra l’istituzione scolastica e la famiglia (4).

La successiva progettazione di “percorsi educativi per la costruzione dell’essere sociale” – si sottolinea opportunamente – deve essere orientata dal riferimento ai principi e ai valori (di solidarietà, di sollecitudine per l’altro, di reciprocità, di responsabilità sociale) che consentono agli uomini di “vivere insieme nel rispetto delle molteplici diversità personali e culturali” (5). E deve prevedere esperienze e modalità relazionali nelle quali risulti possibile e perfino necessario:

1. considerare l’importanza della partecipazione attiva di ciascun soggetto alle attività collettive, e quindi valorizzare la diversità dei contributi personali;

2. recuperare la lezione di Edgar Morin che sollecita anche la scuola a promuovere ciò che di meglio c’è nell’uomo, “ossia la sua facoltà di essere responsabile e solidale. Solidarietà e responsabilità sono imperativi non solo politici e sociali, ma anche personali”: norme d’azione da adottare concretamente per creare “le condizioni affinché un Io si realizzi in un Noi, e il Noi possa per- mettere all’Io di realizzarsi” (6);

3. rilevare, attraverso specifiche attività di cura dentro e al di fuori dell’ambiente scolastico (si pensi, in particolare, alla realizzazione di progetti di Service Learning), che “l’esercizio della cittadinanza attiva necessita di strumenti culturali e di sicure abilità e competenze di base, cui concorrono tutte le discipline” (7).

Le indicazioni riguardano, tutte, evidentemente, la realizzazione di itinerari attuativi in grado di promuovere “lo sviluppo […] di atteggiamenti cooperativi e collaborativi che co-stituiscono la condizione per praticare la convivenza civile”, e ancor più di evidenziare che nella scuola l’educazione alla cittadinanza deve essere soprattutto “promossa attraverso esperienze significative che consentano di apprendere il concreto prendersi cura di se stessi, degli altri e dell’ambiente e che favoriscano forme di cooperazione e di solidarietà” (8); e deve “aiutare a imparare a vivere […]. Vivere è vivere in quanto individuo che affronta i problemi della propria vita personale, è vivere in quanto cittadino della propria nazione, è vivere anche nella propria appartenenza all’umano” (9).

“La nuova saggezza comporta la comprensione che ogni vita persona- le è un’avventura inserita in un’av- ventura sociale, a sua volta inserita nell’avventura dell’umanità” (10).

Note
1. Raccomandazione del Consiglio dell’Unione Europea del 22 maggio 2018, relativa alle competenze chiave per l’apprendimento permanente;
2. Giuseppe Elia – Annamaria Ventura, La costruzione di Comunità educanti politiche. Una riflessione pedagogica sullo sviluppo delle fondamenta morali e civiche a scuola, Pedagogia e Vita, n. 3/2022, p. 102;
3. Paola Milani, L’agire educativo nella e per la comunità locale: strumenti per progettare il cambiamento, Pedagogia e Vita, n. 2/2022, p. 103;
4. cfr. Urie Bronfenbrenner, Ecologia dello sviluppo umano, il Mulino, Bolo- gna 1986;
5. cfr. Alessia Bartolini, La costruzione dell’essere sociale: percorsi educativi, Pedagogia e Vita, n.3/2022;
6. E. Morin, Le 15 lezioni del Coronavi- rus. Cambiamo strada, R. Cortina Edi- tore, Milano 2020, pp. 107-109;
7. Miur, Indicazioni nazionali e nuovi scenari;
8. Miur, Indicazioni nazionali per il cur- ricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione;
9. E. Morin, Insegnare a vivere. Manife- sto per cambiare l’educazione, R. Corti- na Editore, Milano 2015, p. 11;

  1. ivi, p. 26.

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