• martedì , 16 Luglio 2024

L’educazione affettiva ed emotiva

a cura di Antonio Errico

L’educazione affettiva ed emotiva

Maurizio Mazzotta, CSA Editrice, 2018

Abstract

Il libro tratta dell’educazione affettiva dei giovani. Oltre a descrivere aspetti dell’interazione tra persone, quali “La pressione del gruppo”, “I messaggi celati”, esemplificandoli con aneddoti, contiene esercitazioni per gli alunni di scuola secondaria.

 Consigliato a educatori e insegnanti; è adatto anche a ragazzi delle scuole secondarie, di primo e di secondo grado, e torna utile a quei genitori che si pongono nel ruolo – come dovrebbe essere – di educatori.

Maurizio Mazzotta, L’educazione affettiva ed emotiva, CSA Editrice, 2018

La copertina precisa: “Emozioni, sentimenti, azioni”. E poi ancora: “Utile per insegnanti e genitori, contiene 50 schede didattiche per la scuola secondaria.

Dunque (finalmente!) un programma che si occupa della educazione affettiva ed emotiva dei giovani. Perché il libro infatti, oltre a descrivere alcuni aspetti della personalità, a divulgare contenuti del tipo “La pressione del gruppo”, “L’assertività”, “I messaggi celati” e a esemplificarli con aneddoti, contiene un corpo di esercitazioni che fanno pensare appunto a qualcosa di concreto, quasi un programma.

 

 

Ma attenzione! L’autore è consapevole che si finisce sempre col dare nuovi compiti agli insegnanti e chiedere troppo, per questo rassicura i lettori – insegnanti e genitori interessati – invitandoli semplicemente a utilizzare “con disinvoltura”, “per gioco”, “quando è possibile”, alcune schede che permettono di sperimentare gli effetti di quelle interazioni tra le persone che creano disturbo.

Quando si descrive la personalità, si parla di campi (o sfere) e se ne distinguono quattro: affettivo, cognitivo, psicomotorio e metacognitivo.

Il campo affettivo include le capacità relazionali e quelle emotive; quello cognitivo le capacità, per esempio, di ricordare o di risolvere problemi; il campo psicomotorio le abilità percettive e motorie. Infine il campo metacognitivo, ossia della consapevolezza, più o meno profonda, che il soggetto ha di se stesso e dei suoi processi affettivi, cognitivi e psicomotori: quasi una sfera che ingloba le altre tre.

Ovviamente si tratta di una classificazione espositiva che soddisfa tre ordini di esigenze:

– descrittive: gli autori descrivono la personalità distinguendo i quattro campi per comodità esplicativa, per favorire la comprensione, quindi per uso didattico;

– curricolari: i pedagogisti e gli insegnanti, per individuare strategie educative e favorire l’osservazione e la verifica, hanno l’esigenza di utilizzare elenchi di obiettivi che riguardano ciascuno dei quattro campi;

– scientifiche: gli studiosi individuano, separano, isolano gli aspetti dei comportamenti degli individui per studiare gli effetti che su di essi hanno, per esempio, le condizioni ambientali.

L’individuo, nella realtà, si manifesta con comportamenti che risultano dall’interazione dei quattro campi della personalità.

Si possono reperire esempi significativi. In amore, anche le energie affettive che si mobilitano  sono guidate da memorie e confronti di sogni o di realtà, sostenute da percezioni e sensazioni, espresse con parole e con gesti che le trasmettono. L’artista, quando crea, opera agli alti livelli della cognitività, è spinto da forte motivazione, è sorretto dalla tensione del corpo. L’atleta, nel quale predomina l’attività motoria, è fortemente stimolato dall’obiettivo di stabilire un nuovo record e, mentre corre, valuta  le forze dell’avversario e le rapporta alle proprie.

Pure se contraddistinti da uno di questi campi di personalità, i comportamenti dell’individuo esprimono una sintesi soprattutto quando tale sintesi è operata dalla consapevolezza e guidata dalla capacità di controllo, che attengono entrambe al campo della metacognizione.

Da decenni gli psicologi hanno sminuzzato l’intelligenza e la riferiscono, per esempio, a ciascuno dei linguaggi espressivi, e può accadere che un alunno per l’insegnante di Italiano sia un genio, mentre per quello di Matematica sia da rimandare alle… elementari. E si è andati oltre le capacità cognitive ed è ormai certo che esiste una intelligenza affettiva, cioè la capacità di gestire, per esempio, le relazioni tra le persone.

Per Mazzotta, se si vuole studiare il comportamento umano, il punto di vista più corretto è quello che considera l’intelligenza affettivo-emotiva come ciò che determina di fatto tutte le attività dell’individuo.

Per questo l’educazione – a qualsiasi livello di età – deve  porre sia obiettivi che riguardano il Sé e l’Altro e la loro interazione, sia obiettivi che si riferiscono all’oggetto, ossia agli interessi e alla voglia di fare.  Da questo punto di  vista si tratta, nel libro, dell’intelligenza affettivo-emotiva.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Leave A Comment