Curriculum classista? Una bufala e qualche considerazione
di Rita Bortone
Abstract
Il curriculum dello studente non è oggetto di valutazione in sede d’esame, è solo uno degli strumenti che, durante il colloquio, la commissione può utilizzare per conoscere meglio il candidato. Diffondere idee su presunte pericolosità o inutilità del nuovo documento serve a perpetuare vecchie visioni della scuola e del sapere. È la disparità dei contesti e delle opportunità che essi offrono, non la disparità dei portafogli, ciò che produce oggi profonde diseguaglianze tra gli studenti.
Pur di non cambiare
Sul Corriere di venerdì 14 maggio un articolo informava in merito al curriculum dello studente, una new entry, nel mare dei documenti di pertinenza della scuola, che debutterà nel corso del prossimo esame di maturità.
Si tratta di un ingresso non troppo gradito: Ernesto Galli Della Loggia, interpretando la protesta di alcuni docenti, aveva segnalato il rischio di un esame di Stato che, per colpa del curriculum o, meglio, delle attività extracurricolari in esso contenute, diventerebbe un po’ classista, svantaggiando gli allievi che attività a pagamento non se ne possono permettere. Il rischio denunciato aveva scomodato persino il presidente della Corte Costituzionale, Giancarlo Coraggio, che nell’articolo del Corriere sembra preoccuparsi che il nuovo documento possa favorire i più ricchi ed esser causa di diseguaglianze.
Nessuna preoccupazione avverte invece il “capo dei presidi del Lazio Mario Rusconi”, che del documento segnala non la pericolosità ma la inutilità: “Non credo che servirà a molto – si legge nell’articolo –, i professori restano legati alla logica del voto e le università continueranno con i test di ammissione”.
Siamo alle solite: alla scuola italiana vengono legittimamente mosse tante critiche ma, appena si prova a cambiare qualcosa, scattano immediatamente meccanismi di conservazione, rischi costruiti a tavolino da democraticissimi intellettuali, immobilismi legittimati e garantiti da chi avrebbe nelle proprie mani la responsabilità e gli strumenti per una interpretazione efficace dell’innovazione.
Curriculum dello studente e rischi di diseguaglianze
Il curriculum dello studente, come sappiamo, consta di tre parti: la prima (Istruzione e formazione) è a cura della scuola e contiene tutte le informazioni sul percorso scolastico dello studente; la seconda (Certificazioni), a cura della scuola e dello studente, riporta le informazioni relative alle certificazioni conseguite; la terza parte (quella sotto accusa) è curata dallo studente ed è dedicata alle attività extrascolastiche. In questa parte ogni studente ha la possibilità di aggiungere tutti gli elementi informativi utili a formare e completare il proprio profilo (come si legge nella Guida rapida alla compilazione del curriculum). Questi elementi informativi (che, stando alle critiche, genererebbero un esame classista e rischi di diseguaglianze) riguardano eventuali attività svolte durante gli anni scolastici: attività lavorative, culturali, artistiche, musicali (es, corsi di recitazione, corsi di arte, partecipazione a gruppi teatrali, corsi di musica, partecipazione a gruppi musicali, etc.); attività sportive (es., corsi o pratica di uno sport); attività di cittadinanza attiva e volontariato (es., associazione ad enti no-profit); partecipazione a gare o concorsi; pubblicazioni editoriali e articoli; altre attività extrascolastiche non previste dal modello e ritenute significative ed utili a definire il proprio profilo.
Per sedare le paure e smascherare le pigrizie, mi sembra importante riflettere su alcuni punti.
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