a cura di Enrica Bienna
(già docente di lettere nella scuola secondaria di II grado)
Abolire la scuola media?
– Cesare Cornoldi e Giorgio Israel – BiancoNero, il Mulino , settembre 2015
Due nomi importanti del mondo scientifico, Cesare Cornoldi e Giorgio Israel (quest’ultimo venuto a mancare in questi giorni, in coincidenza con l’uscita dell’opera), vengono chiamati a confrontarsi su un tema cruciale nel panorama del dibattito generale sulla scuola: che farsene della scuola media? O, detto in modo meno radicale: come affrontare l’evidente fallimento di un segmento nodale del sistema educativo nazionale, non in grado di soddisfare le proprie finalità educative e di realizzare un chiaro modello formativo?
Ormai considerata “l’anello debole” del sistema, la “scuola di mezzo” non sembra infatti aver risolto né il problema della continuità con il primo ciclo (in termini di contenuti, di metodologie, di sistemi valutativi), né quello di una funzionale “secondarizzazione”: la formazione che essa propone appare infatti centrata su un sapere disciplinare frammentario, non fruibile dalla maggior parte dei ragazzi e poco attento ai bisogni individuali di apprendimento e alla formazione delle competenze di cittadinanza. La scuola media dunque, secondo quanto emerge dal dibattito tra i due illustri autori, non riesce a garantire la necessaria formazione di base a tutti i suoi allievi, ma non riesce neanche ad offrire una preparazione adatta ad affrontare il ciclo superiore.
Di fronte a tale visione della scuola media italiana (che peraltro non riesce a modificare se stessa nonostante le riforme, i dettati istituzionali e i risultati delle numerose indagini condotte a riguardo), i due autori affilano ognuno le proprie armi per quella che viene presentata in quarta di copertina come una “battaglia di idee”: Scuola delle conoscenze o Scuola delle competenze?
In realtà sappiamo che la domanda così posta, portatrice di una contrapposizione tra conoscenze e competenze, forse è stata concepita perché di maggior effetto sul lettore, ma non è corretta sul piano pedagogico in quanto, com’è ormai consapevolezza diffusa, conoscenze e competenze non solo non sono alternative le une alle altre, ma sono le une (conoscenze) condizione di realizzazione delle altre (competenze).
Di Cornoldi conosciamo il grande contributo dato alla scuola e alla formazione psicopedagogica degli insegnanti attraverso la diffusione delle teorie della psicologia dell’apprendimento e la produzione di materiali didattici di qualità, privilegiatamente centrati sulle strategie metacognitive.
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