L’innovativo dispositivo sperimentato tra l’Università di Bari e l’Università del Rojava (nel kurdistan siriano) sarà presentato nel corso del 9° Forum of Mediterranean Women Journalists
La nona edizione del Forum delle Giornaliste del Mediterraneo (FMWJ) che si terrà a Bari il 25 e 26 novembre e a Lecce il 27 novembre, sarà l’occasione per presentare ufficialmente un nuovo dispositivo per l’infotainment e l’edutainment: gli ologrammi in real time.
È perfettamente riuscito, infatti, l’esperimento di far dialogare in diretta l’ologramma in misura 1:1 di una docente in jineolojî (in curdo: scienza delle donne) che si trovava presso l’Università del Rojava (nella Siria del nord est) con i praticanti del master in Giornalismo dell’Università di Bari, che l’hanno intervistata, interagendo con lei in tempo reale.
La ricerca è stata condotta da Marilù Mastrogiovanni, nell’ambito del dottorato in “Scienze delle relazioni umane” e del Larid, Laboratorio di ricerca didattica del dipartimento di Formazione, Psicologia e Comunicazione, sotto la supervisione di Loredana Perla, docente di Pedagogia e didattica speciale e Direttrice del dipartimento For.Psi.com. Come previsto dai dottorati di ricerca PON Innovazione, lo studio è stato condotto in collaborazione con il partner tecnologico Predict Spa, azienda innovativa con sede a Bari, dedita allo sviluppo di tecnologie nel settore dell’healthcare e, principalmente, nella diagnostica in vivo non invasiva. L’azienda pugliese ha lavorato con il suo team di Ricerca e Sviluppo, in qualità di partner della ricerca di dottorato condotta da Marilù Mastrogiovanni in Pedagogia speciale e sociologia generale. Obbiettivo (perfettamente riuscito): individuare una soluzione smart in grado di realizzare la tele-presenza olografica utilizzando un semplice smartphone. Grazie a questa innovazione, oggi è quindi possibile utilizzare un telefonino o un tablet per collegarsi olograficamente da qualunque parte del mondo. È proprio quello che è accaduto in occasione del collegamento tra Università di Bari e Università del Rojava dal Kurdistan della Siria del nord est che è stata l’accademia presso la quale si è completata la fase di testing.
LA PRESENTAZIONE
I risultati della sperimentazione che ha portato allo sviluppo di questa innovazione tecnologica saranno presentati il 26 novembre dalle ore 15:00 alle 17:00 presso l’Aula Leogrande dell’Università degli Studi di Bari (palazzo Ex Poste in Piazza Cesare Battisti 1), nell’ambito del sesto panel del FMWJ dal titolo: “Tra edutainment ed infotainment: il giornalismo come strumento pedagogico”. Il convegno dà diritto a 4 CFU deontologici per le giornaliste e giornalisti che parteciperanno.
DICHIARAZIONI
“Il nostro Dipartimento sta investendo molto nella ricerca pedagogica e sui nuovi device tecnologici per la didattica: crediamo che i docenti dell’oggi e del domani debbano saper cavalcare le onde, anche anomale, dell’innovazione tecnologica, per immaginare modi sempre più coinvolgenti di insegnamento e apprendimento, senza mai perder di vista però l’umanesimo che deve rimanere alla base del nostro agire etico”, dice la prof.ssa Loredana Perla.
“Come Master in Giornalismo crediamo che, tenendo ben saldi i valori deontologici della professione, ogni strada vada esplorata se questa va nella direzione della del pensiero critico e la libertà d’espressione”, ha affermato il prof. Luigi Cazzato, coordinatore del Master in Giornalismo dell’Università di Bari.
“Siamo felici di essere partner accademici di questo innovativo progetto di ricerca. Jineoloji, la “Scienza delle donne” può davvero essere un paradigma scientifico rivoluzionario che va nella direzione dell’innovazione sociale e politica, del multiculturalismo e dell’autodeterminazione degli individui e dei popoli”, ha dichiarato la prof.ssa Zilan Ehmed, del dipartimento di Jineoloji dell’Università del Rojava. “Qui, nonostante i bombardamenti quotidiani dei droni turchi e l’oppressione del popolo curdo da parte del regime di Assad, noi con il Confederalismo Democratico stiamo costruendo un nuovo ordine politico basato sul costrutto “Jin, Jan Azadì”, ovvero “Donna, Vita, Libertà”. Ci auguriamo di poter continuare a collaborare con l’Università di Bari e con il laboratorio di ricerca educativa Larid, e che questo dispositivo di “liberazione dei corpi” possa contribuire al dialogo con il popolo curdo e alla valorizzazione delle sue istanze“, conclude Ehmed.
“Siamo entusiasti di essere stati partner tecnologici di questo innovativo progetto di ricerca. Questa iniziativa con il Palco Olografico rappresenta un esordio importante per l’azienda, in quanto si tratta della sua prima sperimentazione all’estero. È un traguardo che prova le potenzialità dell’applicazioni di questa tecnologia, capace di aprire nuove strade nell’insegnamento e portare l’apprendimento a un nuovo livello. La missione di Predict è sempre stata quella di mettere la tecnologia al servizio delle persone, e crediamo che il Palco Olografico possa diventare uno strumento prezioso non solo per l’educazione, come già avviene, ma anche per il giornalismo e la comunicazione”, ha dichiarato l’ingegnera Monica Carella, Sales Manager Digital Healthcare.
“I campi di applicazione sono ora tutti da esplorare: l’infotainment e l’edutainment sono quelli a cui si rivolge naturalmente il nuovo dispositivo, ma si possono anche immaginare scenari di connessione tra i più avveniristici” ha spiegato Marilù Mastrogiovanni giornalista e docente in giornalismo d’inchiesta presso il Master e il corso di laurea in Comunicazione di UniBa. “La ricerca parte dallo studio con un approccio sociologico del movimento Ecofemminista italiano per arrivare a immaginare nuove modalità di connessione e interazione all’interno di community ristrette, usando gli ologrammi in presenza e in real time come strumento didattico che agevoli un apprendimento empatico e un maggiore coinvolgimento degli studenti. Possiamo riportare in vita Dante o Cleopatra, che con la AI generativa potrebbero dialogare con gli studenti e parlare della loro vita e delle loro opere. Immaginate che in ogni scuola ci sia un palco olografico dove come se fossero davanti a noi “in carne e ossa”, Rita Levi Montalcini, Simone De Beauvoir o Angela Davis ci raccontano il loro pensiero. Oppure potremmo far incontrare in diretta, in tempo reale, sullo stesso palco olografico, personaggi che altrimenti non potrebbero mai spostarsi dai luoghi in cui si trovano a causa delle più varie ragioni, perché in zone di guerra, perché in carcere, perché in un campo profughi, perché non viene loro rilasciato il visto per ragioni politiche. Possiamo liberare i corpi e renderli non più il terreno dello scontro di ogni oppressione, ma uno strumento didattico per l’elaborazione del pensiero critico” – conclude Mastrogiovanni.