• domenica , 22 Dicembre 2024

La strategia di Lisbona

e l’istruzione in Europa

di Pietro Boccia

(già docente di filosofia, scienze umane e sociali nei licei)

Nel marzo del 2000, a Lisbona, un Consiglio europeo straordinario adotta l’obiettivo denominato “strategia di Lisbona”. Tale obiettivo intende, in un contesto di “economia fondata sulla conoscenza”, perseguire il rafforzamento dell’occupazione, realizzare le riforme economiche e consolidare la coesione sociale. Su questa prospettiva i Consigli europei successivi hanno operato altri interventi, quali:
1. l’opportunità di sviluppare la società dell’informazione;
2. l’esigenza di costituire uno spazio europeo della ricerca;
3. la necessità di costruire un ambiente che faciliti lo sviluppo dell’innovazione nelle attività produttive;
4. il bisogno di ammodernare i sistemi di protezione sociale.
Giacché l’obiettivo fissato nel vertice di Lisbona del 2000 è la trasformazione dell’Unione europea nell’“economia più competitiva e dinamica al mondo, basata sulla conoscenza, capace di una crescita economica sostenibile con più posti di lavoro e più qualificati e con una maggiore coesione sociale”, diventano indirettamente prioritarie l’istruzione e la formazione dei cittadini europei. Nicole Fontaine, presidente del Consiglio straordinario riunitosi a Lisbona nel marzo del 2000, afferma, nelle conclusioni, a proposito dell’istruzione e della formazione: Le persone sono la principale risorsa dell’Europa e su di esse dovrebbero essere imperniate le politiche dell’Unione. Investire nelle persone e sviluppare uno stato sociale attivo e dinamico sarà essenziale per la posizione dell’Europa nell’economia della conoscenza e per garantire che l’affermarsi di questa nuova economia non aggravi i problemi sociali esistenti rappresentati dalla disoccupazione, dall’esclusione sociale e dalla povertà. I sistemi europei d’istruzione e formazione devono essere adeguati alle esigenze della società dei saperi e alla necessità di migliorare il livello e la qualità dell’occupazione. Dovranno offrire possibilità di apprendimento e formazione adeguate ai gruppi bersaglio nelle diverse fasi della vita: giovani, adulti disoccupati e persone occupate soggette al rischio che le loro competenze siano rese obsolete dai rapidi cambiamenti. Questo nuovo approccio dovrebbe avere tre componenti principali: lo sviluppo di centri locali di apprendimento, la promozione di nuove competenze di base, in particolare nelle tecnologie dell’informazione, e qualifiche più trasparenti. Il Consiglio europeo invita, pertanto, gli Stati membri, conformemente alle rispettive norme costituzionali, e la Commissione ad avviare le iniziative necessarie nell’ambito delle proprie competenze, per conseguire i seguenti obiettivi:
– un sostanziale aumento annuale degli investimenti pro capite in risorse umane;
– il numero dei giovani, tra i 18 e i 24 anni, che ha assolto solo il livello più basso di studi secondari e che non continua gli studi né intraprende altro tipo di formazione dovrebbe essere dimezzato entro il 2010;
– le scuole e i centri di formazione, tutti collegati a internet, dovrebbero essere trasformati in centri locali di apprendimento plurifunzionali accessibili a tutti, ricorrendo ai mezzi più idonei per raggiungere un’ampia gamma di gruppi bersaglio; tra scuole, centri di formazione, imprese e strutture di ricerca dovrebbero essere istituiti partenariati di apprendimento a vantaggio di tutti i partecipanti;
– un quadro europeo dovrebbe definire le nuove competenze di base da fornire lungo tutto l’arco della vita: competenze in materia di tecnologie dell’informazione, lingue straniere, cultura tecnologica, imprenditorialità e competenze sociali; dovrebbe essere istituito un diploma europeo per le competenze di base in materia di tecnologia dell’informazione, con procedure di certificazione decentrate, al fine di promuovere l’alfabetizzazione digitale in tutta l’Unione; PER CONTINUARE A LEGGERE QUESTO ARTICOLO DEVI ESSERE ABBONATO! Clicca qui per sottoscrivere l’abbonamento

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