Quando “che cosa” dire va a braccetto con il “come” dirlo
di Elisabetta Dell’Atti
Tra curricolo dichiarato e curricolo agito … la relazione si ‘fa’ in terza media
Ben oltre le consapevolezze che pur in molti possiamo aver maturato circa la necessità di procedere in modo graduale e ricorsivo tanto nella presentazione dei contenuti disciplinari, quanto nella stimolazione dei processi di sviluppo globale del pensiero che permettono l’acquisizione stabile e significativa di quei contenuti, accade ancora spesso che i nostri curricoli agiti contemplino un ordine di presentazione delle tipologie testuali ben scandito nei vari livelli scolastici. In virtù di ciò, l’incontro dello studente con la ‘relazione’, quale particolare forma di scrittura, avviene ancora oggi molto diffusamente, per quanto riguarda il I ciclo d’istruzione, soltanto nell’ultimo anno di frequenza della Scuola Secondaria di I grado. Viene immediatamente da chiedersi, a tal proposito, se presupposto e finalità stessa dell’acquisizione della capacità di produrre un testo con le caratteristiche formali della relazione non sia lo sviluppo di quella ‘capacità di relazionare’ su un’esperienza (di apprendimento) vissuta, osservata, analizzata, rielaborata, interiorizzata, formalizzata. PER CONTINUARE A LEGGERE QUESTO ARTICOLO DEVI ESSERE ABBONATO! Clicca qui per sottoscrivere l’abbonamento