• sabato , 21 Dicembre 2024

La guida in stato di ebbrezza

L’importanza della educazione e informazione sui danni dell’alcool: la collaborazione tra scuola, famiglie, polizia locale e forze dell’ordine

di Maria Luisa Lelli*

Una delle più frequenti cause di morte sulle strade italiane è l’alcool: alcool e droga, per  l’esattezza. 

I pericoli aumentano quando i conducenti adottano atteggiamenti spregiudicati, che denotano scarsa considerazione per la salvaguardia della propria vita e di quella altrui. La guida di un veicolo richiede attenzione e concentrazione costanti.

 Non si tratta di un’ovvietà. Un conducente che proceda su un mezzo ad una velocità di 50 km/h, quando si distrae per un secondo, è come se percorresse 14 metri ad occhi chiusi. Se invece i secondi sono 3 o 4, lo spazio coperto al buio è pari a 50-60 metri.

È facile intuire che, nel percorrere questo tragitto, i pericoli potenziali in cui si può incorrere sono molteplici. La reazione di un automobilista alla vista di un pericolo, e alla volontà di evitarlo, tecnicamente viene definita come intervallo psicotecnico di percezione e reazione, ovvero quell’intervallo di tempo che separa uno stimolo dalla correlata reazione volontaria.

Tali azioni sono di natura sensoriale, psichica, muscolare e meccanica; e vanno considerate fino al momento in cui gli organi meccanici del veicolo iniziano ad esplicare la funzione voluta dal conducente (frenata, accelerata, sterzata). La percezione sensoriale può essere visiva ovvero uditiva; la reazione psichica può essere intellettiva, emotiva, volitiva; la reazione fisica è essenzialmente muscolare; quella meccanica è strettamente legata al superamento dei ritardi delle trasmissioni (relativi alla corsa-gioco del pedale del freno, all’inerzia dei meccanismi interni del motore, all’acceleratore, allo sterzo) e precede immediatamente l’entrata in funzione dei connessi organi meccanici del veicolo.

Allorquando il conducente si trova in presenza di una situazione imprevista da fronteggiare, la sua sensazione visiva o sonora, avvertita dai sensi, viene trasmessa al  cervello (percezione); attraverso le facoltà intellettive, la mente analizza la sensazione e la confronta con situazioni analoghe di cui ha già avuto esperienza; quindi, grazie ai processi di emozione e volizione, trasmette il messaggio di risposta ai muscoli affinché  realizzino la manovra voluta (reazione).

La somma dei tempi necessari per il compimento del processo, comprendente i quattro elementi psichici suddetti, costituisce il tempo di reazione psichica, al quale va ad aggiungersi il tempo di reazione tecnica (muscolare e meccanica), necessario anche per il superamento dei menzionati ritardi tecnici, che precedono la materiale entrata in funzione di quegli organi meccanici del veicolo che il conducente vuole azionare. Il tempo complessivo per innescare le due reazioni costituisce, appunto, l’intervallo psicotecnico.

 L’istante in cui questo giunge a compimento rappresenta  il termine non solo temporale, ma anche giuridico, della responsabilità del conducente. La determinazione dell’intervallo psicotecnico, per ciascuno dei protagonisti di un sinistro stradale, contribuisce a definire le rispettive responsabilità. Pertanto, oltre alla necessità di determinare la collocazione esatta dei veicoli coinvolti nel sinistro, ove possibile, risulta di fondamentale importanza l’accertamento delle  condizioni psicofisiche  dei soggetti coinvolti, nel momento in cui gli stessi potevano cominciare a scorgersi a vicenda.

 L’intervallo psicotecnico, stimato nella giusta misura temporale, va considerato poi nella sua estensione spaziale e, quindi, tradotto nella corrispondente lunghezza. Il che fornisce lo spunto per ribadire, ove ce ne fosse bisogno, l’importanza imprescindibile delle migliori condizioni psicofisiche di cui deve godere ogni guidatore.

 L’alcool e le droghe hanno la proprietà di falsare percezioni e reazioni, favorendo effetti deleteri. Senza entrare nei dettagli relativi a sanzioni e conseguenze derivanti dalla guida in stato di ebbrezza alcolica o dall’ uso di sostanze stupefacenti, occorre sottolinearee che, in linea generale, l’assunzione di bevande alcoliche e di droghe crea problemi di tipo visivo, con riduzione della visione laterale e della capacità di adattamento a condizioni notturne, rallenta i tempi di reazione rendendo difficoltosa la coordinazione dei movimenti,  riduce drasticamente la concentrazione e altera le facoltà intellettive, al punto da indurre il conducente a sopravvalutare le proprie capacità in situazioni di pericolo.

 In generale, quando la concentrazione di alcool nel sangue si attesta su valori di 0,1-0,2 g/litro, i nostri tempi di reazione iniziano ad allungarsi e la nostra capacità di vigilanza sul mondo esterno comincia ad affievolirsi. A 0,5 g/litro, il campo visivo e la capacità di giudizio si riducono ulteriormente, mentre, avvicinandosi a 0,8 g/litro, si ha una alterazione delle capacità di reazione, con riduzione delle azioni e dei riflessi. Tra 0,8-1,5 g/litro, si arriva a provare alternativamente euforia, rabbia e tristezza.

 L’umore e le emozioni cambiano velocemente, mentre sono molto forti la confusione mentale e il disorientamento; si verifica anche la compromissione delle funzioni del linguaggio e sovente si manifestano comportamenti socialmente inadeguati.

Oltre questi limiti, in presenza di maggiori concentrazioni di alcool nel sangue, l’ubriachezza è palesemente manifesta, l’equilibrio è ormai precario e le persone non abituate ad assumerlo in quantità rilevanti possono già provare  sensazioni di ipotermia e vomito. Lo stato psicofisico è alterato in maniera importante e, se ci si spinge oltre, si può arrivare allo stato di incoscienza, che comporta difficoltà respiratorie e un battito cardiaco rallentato. Il passo successivo è il coma, che può addirittura portare alla morte per arresto respiratorio.

 Non bisogna dimenticare poi che chi guida in stato di ebbrezza non è coperto a livello assicurativo per i danni provocati a se stesso o agli altri.

 Oggi, molte compagnie assicurative hanno introdotto l’esclusione del risarcimento dei danni in caso di guida sotto l’effetto di sostanze alcoliche, il che significa che chi commette questo reato dovrà farsi carico di tutte le conseguenze derivanti dal suo imprudente comportamento. Secondo l’art. 1900 del Codice Civile, infatti, l’assicurazione non si estende ai rischi provocati volontariamente e con colpa grave del beneficiario: a maggior ragione se si guida in stato di ebbrezza.

 Nonostante la legge in materia commini punizioni gravissime, bere un bicchiere di alcool e mettersi alla guida è ancora considerato da molte persone un fatto trascurabile. Tale atteggiamento, diffuso molto più di quanto si creda sia tra gli adulti che tra i giovani,  rappresenta un problema di  carattere culturale.  In Italia, che è uno dei maggiori Paesi produttori di vino al mondo, l’assunzione di alcool durante i pasti, e spesso anche al di fuori, non è condannata dalla pubblica opinione.

 Anzi, una letteratura spicciola, spesso legata a proverbi ed aforismi popolari, la erge a qualità comportamentale. Ne deriva la necessità di una più attenta informazione che, proprio perchè poco incidente presso certi ambienti a basso tasso di scolarizzazione, deve essere proposta ed inculcata nei giovani.

 Ragione per cui è la Scuola che deve farsi carico di questo indispensabile impegno: informare i ragazzi, sensibilizzarli e promuovere linee comportamentali utili al contenimento del fenomeno.

 Qualcosa si fa già, ma la dimensione del problema è tale da esigere la programmazione sistematica  dell’indispensabile informazione sul tema ad opera sia  degli insegnanti che delle famiglie, anche  in collaborazione con i rappresentanti delle forze dell’ordine e della  polizia locale, che potranno mettere le proprie esperienze e competenze al servizio dei giovani studenti affinchè possano prendere coscienza dei gravissimi pericoli cui vanno incontro. Poi starà a loro scegliere tra la vita e la morte.

*Polizia Locale di Montesilvano (Pe)

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