• sabato , 21 Dicembre 2024

La controversa dirigenza scolastica

nel DdL sulla Buona Scuola

di Francesco G. Nuzzaci

Un anno e spiccioli fa: e siamo appena agli inizi

Avrebbe dovuto materializzarsi entro un mese dal suo insediamento a Palazzo Chigi, quale primo atto del proprio governo: novella Minerva, armata di tutto punto e balzata fuori dalla dolorante testa di Giove. Madre di tutte le riforme necessarie per far ripartire l’Italia.
Invece, allo spirare del trecentosessantacinquesimo giorno, si era ancora fermi ad una serie di variopinte e accattivanti slide che illustravano il resoconto della seduta del Consiglio dei ministri del 27 febbraio ultimo scorso. Poi, di slittamento in slittamento, il 12 marzo è stata licenziata una bozza di testo normativo: non più un decreto legge, ma un disegno di legge recante al suo interno la previsione di un’ulteriore legge delega, il tutto in una nuova versione riduttiva, e regressiva, rispetto a quella apocrifa della settimana precedente. Che, decorsi venti giorni e nel momento in cui scriviamo, è ancora sul tavolo del Presidente della Repubblica, che sta presumibilmente verificando se la delega al Governo di riordino del sistema nazionale di istruzione e formazione, contenuta nel corposissimo articolo 21 del testo normativo, è conforme all’art. 76 della Costituzione: che – è noto – impone, oltre alla delimitazione temporale, la definizione di precisi principi e criteri direttivi, nonché la chiara, e non generica, determinazione dell’oggetto, altrimenti configurandosi una delega in bianco.
Lungi dal volerne sottostimare la portata, occorre comunque rendersi avvertiti che, in larga parte, siamo di fronte ad una norma poco più che programmatica, per la cui attuazione il Governo avrà diciotto mesi di tempo, con la facoltà di apportarvi modifiche e integrazioni nei due anni successivi, a partire dall’avvenuta approvazione della legge ad opera del Parlamento. Seguiranno poi le inesorabili e necessarie disposizioni amministrative a corredo. E se tutto scorrerà liscio, e a voler essere ottimisti, la strepitosa rivoluzione della Buona scuola di Matteo Renzi risulterà compiuta non prima dell’anno scolastico 2017-2018.

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