L’antico romanzo di formazione attuale come non mai, tra spruzzte di dark e citazioni dantesche
di Vincenzo Sardelli
PINOCCHIO
da Carlo Collodi
drammaturgia Antonio Latella, Federico Bellini, Linda Dalisi
regia Antonio Latella
scene Giuseppe Stellato
costumi Graziella Pepe
luci Simone De Angelis
musiche e suono Franco Visioli
Personaggi e interpreti (in ordine alfabetico)
Arlecchino/Gatto/Padrone del Carro Michele Andrei
Fata/Maestro Ciliegia/Donnina/Tonno Anna Coppola
Pulcinella/Volpe Stefano Laguni
Pinocchio Christian La Rosa
Grillo Fabio Pasquini
Musico Matteo Pennese
Colombina/Pulcino/Merlo/Ostessa Marta Pizzigallo
Grosso Colombo/Lumaca
Geppetto/Mangiafuoco/Giudice Massimiliano Speziani
Pescatore Verde/Padrone del Circo
produzione Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa
Fotografie Brunella Giolivo, Masiar Pasquali
INFO: www.piccoloteatro.org, www.stabilemobile.com/
ETÀ: ultimo triennio scuola superiore
Il naso di Pinocchio come espressione della menzogna radicale. Come discrimine tra l’innocenza infantile e un mondo adulto perverso e inquietante. Scavalca persino l’originale collodiano, Antonio Latella. Che in prima assoluta al Teatro Strehler di Milano propone un Pinocchio naïf, che deve difendersi da adulti orribili, egoisti, infidi, privi d’empatia anche nei rapporti familiari più stretti. Il naso di Pinocchio in Latella è come un tronco di sequoia. Emblema non solo della bugia in senso lato, ma del disagio esistenziale personale. Assomiglia a un faro, ma in orizzontale: non obelisco verso l’assoluto ma trave smisurata sulle nostre teste. Proteso verso gli spettatori, il naso ligneo è indice puntato sulle nostre défaillance di adulti, una minaccia alla nostra tranquillità.
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