Valditara dopo aver espresso solidarietà al dirigente della scuola di Varese accoltellata da uno studente, ha sottolineato che gli istituti devono essere supportati con un servizio di tipo psicologico ed eventualmente psichiatrico e che c’è una responsabilità educativa forte delle famiglie
di Stefania De Cristofaro
“Chi aggredisce un docente, aggredisce lo Stato”. Messaggio Il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, è arrivato il giorno stesso in cui una docente dell’Ente nazionale Acli istruzione professionale (Enaip) di Varese è stata accoltellata alla schiera da uno studente di 17 anni. L’aggressione è avvenuta il 5 febbraio scorso, mentre i ragazzi stavano entrando a scuola. Il minore ha usato un coltello a serramanico.
Valditara ha espresso “personale solidarietà e vicinanza” all’insegnante, ribadendo sia l’impegno personale che del Governo: “I docenti e tutto il personale scolastico non saranno lasciati soli, tuteleremo la loro dignità professionale e la loro incolumità”, ha detto. “Lo Stato, oltre a garantire la tutela legale, dovrà costituirsi parte civile per il danno di immagine arrecato con questa aggressione, perché chi aggredisce un suo docente ha aggredito lo Stato stesso e ne deve rispondere”, ha rimarcato.
Nel caso di Varese, per lo studente di 17 anni c’era stata una diagnosi funzionale. “Agire solo dal punto di vista repressivo non basta, bisogna intervenire prima. Quando un ragazzo ha problemi che possono sfociare in episodi di aggressività non può essere abbandonato a sé stesso. La scuola deve essere supportata con un servizio di tipo psicologico, eventualmente psichiatrico. I ragazzi che abbiano un forte disagio vanno aiutati”, ha aggiunto anticipando di voler parlarne con il ministro Schillaci, per valutare la possibilità di istituire “un presidio a livello di distretti provinciali”, un modo tale da offrire alle famiglie e alle scuole un punto di riferimento.
Nel caso in cui la responsabilità delle aggressioni sia di minori, “dovranno essere i genitori a farsene carico, in base alla responsabilità educativa che ricade sui genitori, così come prevede il nostro ordinamento”, ha aggiunto Valditara.
Il ministro ha evidenziato un aumento delle aggressioni compiute dai genitori, stando ai dati del monitoraggio istituito l’anno scorso. “Nell’ultimo anno scolastico avevamo avuto 36 casi, ora dopo neanche cinque mesi siamo a 27, ma se guardiamo solo alle aggressioni da parte dei familiari c’è già un aumento del 111%”, ha detto. “Per gli episodi di cui sono responsabili gli studenti, si registra un leggero calo, -11%. Questo ci fa pensare che c’è una responsabilità educativa forte delle famiglie. Ecco perché, se un genitore aggredisce o prende a pugni un docente o un preside, deve risponderne nei confronti dell’aggredito, ma anche dello Stato. È lo Stato a subire un danno di immagine e reputazionale e dunque ha il diritto di essere risarcito”.