a cura di Enrica Bienna
(già docente di lettere nella scuola secondaria di II grado)
Il bambino terribile a scuola, Proposte educative e pedagogiche
– Bernard Aucouturier – Raffaello Cortina Editore 2015
Questo prezioso libretto, Il bambino terribile a scuola, mi è stato raccomandato da una giovane e brillante insegnante che lo ha trovato un’ utile guida per orientarsi sulle tematiche relative al disagio infantile e uno stimolo ad approfondirle. Sarà certamente apprezzato dagli insegnanti e dagli educatori dell’infanzia, che quotidianamente si relazionano con i tanti bambini che presentano in grado diverso disturbi di comportamento e difficoltà di apprendimento , e sentono il peso della responsabilità educativa e sociale di assicurare a tutti un percorso adeguato di formazione e di integrazione.
Gli insegnanti, non per loro responsabilità ma per la specificità dei loro percorsi di studio, a volte non sono sostenuti da forti consapevolezze sul piano psicologico e pedagogico. L’attuale tendenza della norma a classificare con sempre maggior analisi le tipologie di disagio e le misure d’intervento non li aiuta a superare le difficoltà poste dalle crescenti sfide educative, anzi genera il rischio di danni legati ad eventuali classificazioni ed etichettamenti impropri: Negli ultimi anni i bambini con disturbi dell’apprendimento certificati a scuola, in linea con i dettati del DSM, sono esponenzialmente cresciuti -riporta nella prefazione al testo il prof. Ivano Gamelli. Di questo passo, nel giro di poco tempo, non è irrealistico prevedere che molte classi in Italia si potranno ritrovare con più alunni diagnosticati che non.
Ma di quali strumenti e di quali nuove competenze hanno dunque bisogno gli insegnanti ? E, più in generale, “..cosa pensano di poter fare la scuola, l’insegnante, i genitori, di fronte a questi cosiddetti “bambini terribili”, che manifestano una disfunzione notevole, pur senza presentare disturbi gravi della personalità..?”
Bernard Aucouturier , l’autore del testo che qui presentiamo, è uno dei massimi teorici della psicomotricità e ideatore del metodo – che da lui prende il nome – di prevenzione e cura del disagio infantile, metodo centrato sulla pratica psicomotoria e diffuso a livello internazionale.
Le sue esperienze trentennali di ricerca e sperimentazione, a contatto con le difficoltà dei bambini, dei genitori e degli educatori , lo inducono a impegnarsi, direi innanzitutto sul piano sociale, per dare una risposta alle nuove domande degli insegnanti ed elaborare proposte educative e pedagogiche che siano di aiuto ai bambini e a chi di loro si occupa.
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