di Saverio Prota
Con l’emanazione, in data 22 settembre 2015, (una settimana di ritardo rispetto al termine dei 60 giorni dall’entrata in vigore della legge) del decreto attuativo del Presidente del Consiglio dei ministri, di concerto con il Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca e con il Ministro dell’economia e delle finanze, sono stati definiti i criteri e le modalità di assegnazione e utilizzo della Carta di cui al comma 121 della Legge n.107 del 13 luglio 2015 “ Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti” (GU – Serie Generale – n.162 del 15-7-2015).
Il provvedimento riguarda tutti i docenti di ruolo della scuola, anche con contratto part-time, circa 762 mila insegnanti, per una spesa complessiva di circa 381 milioni annui. Così come previsto al comma 123 della stessa legge, si tratta di un contributo annuo di 500 euro netti che, per il 2015/2016, sarà erogato in busta paga, mentre solo dal prossimo anno i docenti dovrebbero disporre di una “card prepagata”, da utilizzare per le finalità formative di cui al comma 121.
Lo slittamento di un anno della consegna della “card” è dovuto alla ristrettezza dei tempi tecnici necessari per bandire la gara pubblica e assegnare all’istituto finanziario vincente il compito di realizzare il supporto elettronico da distribuire a tutti gli aventi diritto che, di fatto, dovrebbe evitare l’obbligo della rendicontazione.
Per l’anno in corso, stando agli annunci, il “bonus” dovrebbe essere accreditato già sullo stipendio di ottobre e soggetto a rendicontazione, anche se in un primo momento l’orientamento sbandierato era stato quello di non prevedere alcun controllo. La rendicontazione, con allegati i relativi giustificativi quali scontrini, fatture, ricevute, biglietti, ecc., da consegnare alla propria segreteria (scuola dove si presta servizio) entro il 31 agosto 2016, sarà oggetto di controllo da parte dei revisori dei conti delle istituzioni scolastiche interessate. Questo aspetto di documentare le spese era già emerso in Commissione bilancio al Senato, all’atto dell’emanazione del parere, con la raccomandazione al Governo di prevedere l’obbligo di rendicontazione delle spese, per evitare che i docenti potessero utilizzare la somma anche per scopi diversi dal quelli stabiliti.
Ma cosa succede se non si effettua alcuna spesa o una spesa inferiore ai 500 euro?
L’intera somma o la differenza sarà disponibile sulla “card” dell’anno successivo per essere spesa tranquillamente.
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