• lunedì , 23 Dicembre 2024

Formazione professionale, modello duale. Lombardia e Puglia a confronto

L’importanza delle Regioni nello sviluppo della formazione professionale in un convegno organizzato da Confindustria Lecce presso la Camera di Commercio del capoluogo salentino.

In Italia, la disoccupazione giovanile si attesta al 40,3%. Un elevato numero di persone comprese nella fascia di età tra i 20 e i 35 anni circa risultano fuori dal sistema. E il paese che estromette le proprie risorse è un paese senza futuro. Quali gli strumenti per ridurre percentuali così alte di dispersione? Non ha dubbi Valentina Aprea, assessora all’Istruzione, Formazione e Lavoro della Regione Lombardia. “E’ necessario – afferma durante un convegno organizzato da Confindustria Lecce nel capoluogo salentino, lo scorso 1° ottobre – superare la concezione sequenziale e lineare tra istruzione, formazione e lavoro, introducendo modelli di tipo duale. L’impianto duale rappresenta la chiave di volta per il successo del sistema formativo e delle politiche attive del lavoro”. Di che si tratta? In sintesi, di “imparare, lavorando”;  una sorta di collegamento ponte tra istituzioni formative e datori di lavoro che contribuiscano, ciascuno per le proprie competenze, a costruire una figura professionale adeguata, realizzando quindi un beneficio reciproco per studenti e aziende. In Lombardia, il modello duale è realtà, cioè legge (la n. 30/2015: “Qualità innovazione e internazionalizzazione nei sistemi di istruzione, formazione e lavoro in Lombardia”). L’obiettivo è “stimolare un’offerta formativa collegata alla domanda delle imprese; insegnare ai giovani a interpretare i cambiamenti ed essere lavoratori intraprendenti” (e meno “dipendenti”). La Lombardia, sulla base dei dati offerti dall’assessora Aprea, vanta condizioni generali di base di alta qualità. Le performance degli studenti lombardi, intese come capacità di applicare conoscenze e abilità e comunicarle in modo efficace, sono da primato. In Lombardia, oltre il 60% dei laureati trova un’occupazione “vera” entro un anno.

La Puglia, nella persona dell’assessore all’Istruzione Formazione Lavoro, prof. Sebastiano Leo, intende fare tesoro di queste best practice e imporsi come la regione più avanzata del Sud Italia nella valorizzazione delle risorse umane e nella continua evoluzione delle competenze. “Le abilità del futuro – afferma l’assessore Leo – non si apprendono esclusivamente in aula, ma occorre imparare lavorando, soprattutto in ambito “Stem” (scienza, tecnologia, informatica e matematica), senza dimenticare il settore inerente arte e cultura”. Il modello funziona se si verificano e compartecipano alcune condizioni:

  • imprenditori disposti a trasferire conoscenza e assumere giovani; formatori disposti a cambiare programmi e modi di insegnare;
  • un contratto di riferimento come l’apprendistato;
  • politiche attive che mettano a disposizione regole e risorse per facilitare l’incontro fra giovani, imprenditori e formatori.

Pronta l’adesione del presidente di Confindustria Lecce Giancarlo Negro a questo modello: “Come associazione di imprenditori ci poniamo l’obiettivo della crescita occupazionale sia nel breve che nel medio-lungo periodo. Siamo in prima linea nella collaborazione con la Regione Puglia che ha un ruolo proattivo nella formazione dei professionisti del domani. Il nostro territorio deve essere capace, seguendo l’esempio di positive best practice di altre realtà, di costruire percorsi virtuosi pubblico/privato per venire incontro sia alle esigenze delle imprese di reperire professionalità innovative e qualificate, sia alle esigenze del sistema della formazione, che deve plasmare figure direttamente spendibili sul mercato del lavoro”.

Un ottimo viatico per una collaborazione fattiva tra associazioni datoriali e pubbliche amministrazioni. In quest’ottica, l’esempio del sistema duale lombardo è paradigmatico. In pochi anni ha creato un modello interessante rivelato anche dai numeri: 103 istituzioni formative, 2692 corsi all’anno, 55mila studenti, 20 Fondazioni di Istruzione Tecnica Superiore, 1600 studenti. Anche le Università (di Pavia, Bicocca, Bergamo, Consorzio MIP e Politecnico) hanno già attivato percorsi in apprendistato di 3° livello con cui è possibile conseguire diplomi Its, Lauree e Afam, Master e Dottorati di ricerca. A partire da agosto 2016, l’apprendistato di 3° livello ha ricevuto due milioni di euro di finanziamento.

Leggi anche le interviste agli assessori all’Istruzione Formazione e Lavoro: 

Valentina Aprea (Lombardia) e Sebastiano Leo (Puglia)

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