• sabato , 21 Dicembre 2024

Esami di Stato e Costituzione

di Giocondo Talamonti*
(*già Dirigente scolastico)

 

Il 70° anniversario della Resistenza e della Guerra di Liberazione non può limitarsi ad una celebrazione o a una semplice rievocazione di eventi relegati nella memoria di pochi, deve, al contrario, essere occasione di riflessione, di esempio e di stimolo per tutti i cittadini la cui libertà, democrazia e maturità civica sono nate e cresciute all’insegna di valori universali irrinunciabili. E’ importante non dare per scontate le condizioni sociali oggi acquisite. Se molti anziani sanno quale percorso di maturazione esse abbiano seguito, è altrettanto evidente che le generazioni più giovani ignorano i processi storici che hanno donato al Paese il diritto-dovere di perpetuare ideali di legalità sociale e di libertà politica.
Ne è testimonianza la scarsa disponibilità degli studenti agli esami di Stato di quest’anno ad affrontare la traccia proposta dal MIUR a proposito della Resistenza. I ragazzi devono essere edotti. Educarli a condividere, partecipare e vivere la pagina storica della nostra Guerra di Liberazione non è un esercizio avulso dalla realtà quotidiana; non è una pratica sorpassata dai tempi; non è un vuoto appello a principi nostalgici. Il richiamo a quegli insegnamenti, scritti col sangue di quanti hanno rinunciato alla vita per la democrazia del Paese, non deve smettere di mandare echi e moniti di speranza.
La scuola ha il compito di alimentare i sentimenti di condivisione degli sforzi fatti e dei sacrifici patiti dai partigiani per assicurare al Paese e ai cittadini un futuro meno incerto e riaffermare ideali di equità sociale indispensabili per la crescita della collettività.
La Costituzione Italiana, scritta sull’onda della Resistenza e dei comuni principi di pace e serenità politica, testimonia la volontà di un popolo di stabilire valori fondanti in grado di assicurare la libera aggregazione, la condivisione e l’identificazione nazionale. Gli articoli di cui essa si compone si ispirano alla pace come strumento di progresso, al lavoro come espressione di dignità, alla giustizia come denominatore di uguaglianza fra gli uomini.
Il MIUR ha inteso ribadire tali concetti sintetizzando in un Protocollo d’Intesa con l’ANPI l’importanza di educare i giovani a coltivare valori universali e a condividere principi di libertà. Agli esami di Stato di quest’anno uno dei temi proposti riguardava la Resistenza; anche se la scelta, da parte degli studenti, di tale tema storico è stata scarsa (2% su scala nazionale), si è dell’opinione che si sia imboccata la strada giusta. Bisogna continuare.
Alle linee direttive del Ministero devono uniformarsi i Dirigenti scolastici, attivando interventi di sensibilizzazione e d’informazione per preservare il patrimonio di dignità che il popolo italiano ha costituito, pagando a caro prezzo l’attuale condizione di autonomia e di indipendenza. Nelle prove di selezione del personale docente e direttivo, il Miur può fare molto, inserendo tematiche riguardanti la storia del ‘900, la Resistenza e la Costituzione. In questo senso, l’ANPPIA e l’ANPI di Terni stanno prendendo contatti con le scuole del territorio al fine di definire temi e convegni per far conoscere e diffondere fra le generazioni più giovani il faticoso iter che ha condotto gli italiani a godere della libertà di oggi.
La formazione della nuova classe dirigente del Paese non può prescindere dalla conoscenza della storia e delle esperienze di associazioni come l’Anppia e l’Anpi, deputate a trasmettere la memoria.

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