Per una buona scuola
di Fabio Scrimitore
CLICCA QUI PER VISIONARE GRATUITAMENTE IL NUMERO COMPLETO DI LUGLIO/AGOSTO
Ora che la riforma della scuola è diventata legge dello Stato, ci si potrà chiedere se l’hashtag La buona scuola, scelto dal Ministro Stefania Giannini e dal Presidente del Consiglio Renzi, corrisponda alle ottimistiche attese che la società nutre per un sistema educativo nazionale che consenta all’Italia di migliorare la sua posizione nella graduatoria che l’OCSE compila annualmente sulle competenze dei quindicenni in matematica, scienze e nella comprensione del testo. Per farlo, appare utile tener conto che il sistema educativo scolastico può esser visto sotto tre profili, il primo dei quali si riferisce alla struttura, cioè all’articolazione della scuola pre-universitaria in gradi ed ordini scolastici.
Luigi Berlinguer provò a cambiare la struttura della scuola, infatti nel 2000 unificò la scuola del primo ciclo in 7 anni ed estromise l’istruzione professionale dal nuovo sistema della licealizzazione del II ciclo. Letizia Moratti non si peritò di demolire interamente la riforma del suo predecessore e Giuseppe Fioroni ricondusse l’istruzione professionale nel II ciclo del sistema dell’istruzione, componendo, così, il modello ancora oggi in vigore.
Il secondo profilo della scuola nazionale riguarda gli ordinamenti, cioè l’insieme delle norme che regolano il funzionamento delle istituzioni e degli organi, monocratici e collegiali, che compongono il sistema.
Il vecchio Ministro Berlinguer ha avuto il merito di ringiovanire il profilo funzionale della scuola, aggiungendo alla Legge n. 59 del 15 marzo 1997 l’indimenticato art. 21, che ha liberato il Collegio dei docenti ed il Dirigente scolastico dalle paludi dell’Amministrazione scolastica centrale e periferica. I successori del Ministro venuto dalla Sardegna, poi, hanno dato il loro contributo, modificando i regolamenti che disciplinano il funzionamento dei vari organi, senza peraltro innovare più di tanto.
Il terzo profilo del sistema scolastico è dato dalle forme in cui nelle aule e nei laboratori si realizzano le relazioni educative fra gli insegnanti e gli alunni-studenti, grazie alle quali si spera di migliorare la qualità degli apprendimenti.
E’, questo, il profilo della didattica d’aula, che tanta attenzione aveva ricevuto da parte dei pedagogisti classici che, a cominciare da Jean Jacques Rousseau, per finire a Maria Montessori e a Howard Gardner, hanno rivolto la loro appassionata attenzione ai diversi modi di apprendere dei bambini, dei ragazzi e degli adolescenti.
I tre profili della scuola nazionale appena enunciati sono legati da un ovvio rapporto di reciproca dipendenza; ma la quotidianità della vita vissuta nelle aule fa ritenere che il terzo dei tre profili, quello che attiene alla didattica, incida, più di quanto possano farlo gli altri due, sulla qualità degli apprendimenti.
Come la piccola virtù peguyana della speranza avanza fra le sue due sorelle grandi, fede e carità, incoraggiandole a progredire, allo stesso modo la didattica d’aula, pur nel dimesso silenzio in cui l’hanno ridotta i roboanti provvedimenti di riforma della struttura e degli ordinamenti giuridici della scuola, può aiutare effettivamente gli alunni e gli studenti a migliorare conoscenze, abilità e
La didattica, però, non è materia di legislazione nazionale o regionale, è un sapere dinamico che aleggia nelle aule accademiche e che progredisce non in base a disegni di legge, ma soltanto per impulso della ricerca scientifica, i cui esiti soltanto possono consentire di migliorar la qualità della scuola attiva in termini di buoni apprendimenti.
Queste ragioni fanno dire che l’aggettivo buona, che Giannini e Renzi hanno scelto per la loro riforma, appare velleitario, perché a render buona la scuola non contribuiscono soltanto le leggi, ma soprattutto la professionalità dei docenti. E la professionalità dei docenti non dipende dalle leggi, ma dalla didattica che si insegna nelle Università.
Leggi qui i principali punti della riforma della scuola.
CLICCA QUI PER VISIONARE GRATUITAMENTE IL NUMERO COMPLETO DI LUGLIO/AGOSTO
In copertina immagine di:
Giovanni Reho – IV B
IISS “Pietro Colonna” – Galatina (LE)
Liceo Artistico – Indirizzo Design