Il libro scritto da Antonio Santoro, già coordinatore dei dirigenti tecnici dell’Ufficio scolastico regionale per la Puglia, edito da Scuola e Amministrazione, offre un contributo di carattere scientifico all’insegnamento per la qualità dell’azione formativa partendo dalla centralità dell’alunno
“Una scuola per la crescita integrale della persona”: è il titolo del libro scritto da Antonio Santoro, edito da Scuola e Amministrazione, il mensile di cultura e informazione per Ds, Dsga e docenti, con l’obiettivo di fornire un contributo di carattere scientifico all’insegnamento, in modo da rafforzarne il percorso virtuoso per la qualità dell’azione formativa attraverso la personalizzazione per orientare e includere.
Il libro sarà presentato il 28 giugno a Ugento (Lecce), nell’auditorium delll’Istituto comprensivo statale a indirizzo musicale (sede in via Goldoni), con inizio previsto alle 17.30.
Santoro è insegnante di scuola primaria e secondaria di I grado, direttore didattico, ispettore tecnico per le elementari con la qualifica di dirigente superiore. Ed è stato anche componente del Consiglio direttivo di esperti dell’Istituto Regionale di Ricerca, Sperimentazione e Aggiornamento Educativi (IRRSAE) della Puglia, delle Commissioni di laurea in Scienze della Formazione primaria dell’Università degli Studi di Bari. Santoro, infine, ha ricoperto l’incarico di coordinatore dei dirigenti tecnici dell’Ufficio scolastico regionale per la Puglia.
L’autore ha voluto condensare i principi cardine del sistema scolastico italiano in tre capitoli, sottolineando la centralità che la scuola deve accordare alla persona dell’alunno: il primo è stato dedicato alle “Prospettive educative”, il secondo ai “Sentieri della didattica” e l’ultimo alle “Strutture di professionalità”.
Come sottolineato nella presentazione dal direttore responsabile della rivista, Fabio Scrimitore, già provveditore agli studi, Santoro ha attinto dal suo underground scientifico-professionale e a teorie e congetture, d’indole pedagogico-didattica, formulate da personalità accademiche come Zygmunt Bauman, Giuseppe Bertagna, Urie Bronfenbrenner, Jerome Bruner, Andrea Canevaro, Elio Damiano, Howard Gardner, Jürgen Habermas, Jacques Maritain, Edgar Morin, Michele Pellerey, Karl Popper, Paul Ricoeur, Cesare Scurati. “Con questi autori e con i loro saggi sembra sentirsi a proprio agio, allo stesso modo in cui il Machiavelli si sentiva amorevolmente accolto dagli autori classici e si pasceva del cibo intellettuale offertogli dalle loro opere”, scrive Scrimitore.
“Nelle sue eleganti riflessioni, non si lascia mai sedurre dall’animosità censoria nei confronti della funzione che la Pubblica Amministrazione è chiamata a svolgere per coordinare il lavoro degli insegnanti e dei dirigenti scolastici: animosità che invece caratterizza tanta parte dell’attuale pubblicistica”, evidenzia il direttore responsabile di Scuola e Amministrazione. Nel primo capitolo, Santoro si ferma a riflettere sulle prospettive educative del sistema-scuola. “L’autore – scrive Scrimitore sostiene l’attendibilità scientifica delle indicazioni nazionali per i curricula e la valenza pedagogica delle varie Linee-guida” e “non nasconde l’insoddisfazione quando constata come, nelle scuole di ogni ordine e grado, l’insegnamento trasversale dell’educazione civica resti spesso confinato in una condizione quasi ancellare, nonostante il suo potenziale formativo, che è di fondamentale importanza per assicurare a tutte le fasce dell’età evolutiva il pieno esercizio dei diritti di cittadinanza”.
Nel secondo capitolo, l’autore si sofferma sulla necessità di coniugare l’uniformità del curricolo di scuola con la diversità d’ogni studente: “L’obiettivo potrà essere conseguito coltivando la personalizzazione della didattica, che consente all’insegnante di individuare e sviluppare i talenti di ciascuno grazie a una organizzazione che consideri degni di specifica attenzione gli interessi, le attitudini ed i bisogni del singolo alunno e, conseguentemente, suggerisca la necessità di adottare un modello di insegnamento che si adatti al suo stile di apprendimento”, rimarca Scrimitore. “La personalizzazione dell’approccio didattico potrà consentire all’alunno di incrementare il profitto, perché solleciterà nel suo animo il massimo livello di motivazione, e potrà in particolare favorire l’adozione di strategie e metodologie davvero in grado di provocare maieuticamente forme di inquietudini mentali che stimolino l’interesse per nuove conoscenze e favoriscano lo sviluppo di nuove competenze”, spiega.
Nel terzo capitolo, Santoro affronta la tematica della relazione fra il grado di competenza scientifico-disciplinare del docente, che costituisce il nucleo fondante della sua professione, e il suo livello della competenza pedagogico-didattica. “L’autore affronta questa tematica nel contesto della formazione iniziale, nel corso della quale lo spazio riservato al consolidamento delle conoscenze disciplinari deve essere integrato, specialmente per gli insegnanti della scuola secondaria, con la ridefinizione o riqualificazione delle competenze psico-pedagogiche, metodologico-didattiche, organizzativo-relazionali e di ricerca, che vanno coniugate con le finalità e gli obiettivi previsti dall’ordinamento scolastico per i singoli ordini e gradi di scuola”, sottolinea Scrimitore nella presentazione. “Per Santoro è importante che il docente percepisca la scuola come comunità professionale che parla i linguaggi della collaborazione creativa, della condivisione responsabile, della reciprocità intellettuale e dell’aiuto leale nel perseguimento di compiti comuni”, prosegue. “Ne è corollario la convinzione che sia necessario prediligere il lavoro d’équipe nella progettazione e nella realizzazione degli interventi formativi, considerato che soltanto mediante la stretta collaborazione fra tutti i titolari dell’azione educativo-didattica si possa evitare il rischio della autoreferenzialità”, conclude Scrimitore.
“In questo testo ho considerato le attività promozionali della scuola sul versante educativo. Tre sono i canali di sviluppo del saggio: la formazione della persona, dell’individuo come cittadino e poi come appartenente al genere umano”, spiega Antonio Santoro. “L’ispirazione è legata al lavoro di riflessione di Edgar Morin, il teorico della complessità, il cui contributo è condensato nel sottotitolo ‘Itinerari per imparare a vivere’”, sottolinea. “Cosa vuol dire vivere’? Vivere come soggetto che assume le responsabilità delle proprie scelte, vivere come cittadino con la consapevolezza di diritti e doveri e vivere anche come appartenente alla specie umana che comporta solidarietà e responsabilità”, va avanti Santoro.
“Per coltivare queste prospettive formative, è necessaria una struttura di professionalità docente dotata di competenza particolare, per cui l’altro ambito riguarda il sapere e l’ethos dell’insegnante”, prosegue l’autore.
“Mi è sembrato che quelle prospettive avessero un carattere di urgenza e che le riflessioni fossero consultabili in un’unica fonte: una cittadinanza attiva che riconosca le differenze e che partecipi alla costruzione di una società plurale e composita, significa superare le condizioni di contrapposizione, intolleranza e aggressività che sono molto frequenti nella nostra società”, conclude.
La dirigente scolastica dell’istituto, Roberta Manco, ha invitato alla presentazione i dirigenti e i docenti di tutte le scuole della provincia di Lecce.