I fondi sono assegnati direttamente alle Province e alle Città metropolitane e sono destinati anche alla riqualificazione energetica delle scuole secondarie di secondo grado. Bianchi: “Lavoriamo per renderle effettivamente luoghi di socialità”di Stefania De Cristofaro
ROMA – Guardando al futuro prossimo delle scuole italiane, quando sarà possibile tornare a fare lezioni in presenza e la didattica a distanza sarà un’eccezione rispetto alla regola, dal ministero dell’Istruzione è arrivata una buona notizia sul fronte della sicurezza degli istituti che, ad oggi, costituisce il tallone d’Achille delle strutture. Anche perché si tratta di edifici di costruzione non recente.
IL NUOVO DECRETO PER L’EDILIZIA SCOLASTICA
Il ministro ha firmato il nuovo decreto sull’edilizia scolastica sbloccando un miliardo e 125 milioni di euro, somma destinata al finanziamento degli interventi di messa in sicurezza e riqualificazione energetica delle scuole secondarie di secondo grado.
Il provvedimento che porta la firma del nuovo titolare del Dicastero, Patrizio Bianchi, riconosce le risorse direttamente in capo alle Province, alle Città metropolitane e agli enti decentrati.
IL MINISTRO BIANCHI: SCUOLE SIANO LUOGHI DI SOCIALITA’
In tal modo, il Governo intende imprimere un’accelerazione alla realizzazione degli interventi allo scopo di garantire, in tempi stretti, sicurezza in primis e poi una riqualificazione sul piano del risparmio energetico.
“Stiamo lavorando per sbloccare altri finanziamenti in favore delle scuole”, anticipa il ministro Bianchi. L’occasione per spiegare la finalità del decreto appena firmato e per indicare le novità che dovrebbero arrivare a stretto giro, è stata offerta dalla conferenza stampa di presentazione del “XX rapporto sulla qualità dell’edilizia scolastica e dei servizi” di Legambiente.
“Gli edifici scolastici nel nostro Paese sono circa 40.200, questo significa che la scuola è dappertutto ed è il segnale che lo Stato c’è”, prosegue il ministro. “Cominciamo a lavorare affinché tutte le scuole di questo Paese siano luoghi di sicurezza, di sostenibilità, luoghi di accoglienza e di socialità”.
LA REALTA’ DELLE SCUOLE ITALIANE: PIU’ DELLA META’ NON HA IL CERTIFICATO DI AGIBILITA’
Tale dichiarazione ad oggi si scontra con la realtà che appartiene molte scuole italiane. Se si dà un’occhiata all’ultimo censimento scolastico, si scopre che ci sono istituti “vecchi”, costruiti anche prima del 1800.
Stando ai dati resi noti dallo stesso ministero all’Istruzione, il certificato di agibilità, ossia il documento che attesta la sussistenza delle condizioni di sicurezza, igiene, salubrità, risparmio energetico degli edifici e degli impianti installati, valutati secondo quanto dispone la normativa vigente, manca in più della metà degli edifici italiani.
A voler snocciolare i numeri, per amore di precisione: 40.160 sono gli edifici attivi, 21.609 quelli che hanno dichiarato di non avere il certificato di agibilità.
Solo il 24 per cento delle scuole ha ottenuto il certificato antincendio. Appena il 13 per cento degli istituti scolastici, poi, sono adeguati sul piano antisismico. Molti, inoltre, sono le scuole in cui manca il collaudo statico e non c’è neppure il documento di valutazioni rischi.
L’obiettivo sicurezza, quindi, si presenta come una sfida. Una sfida al quadrato, essendo amplificata dalle difficoltà legate alla situazione di emergenza sanitaria legata alla diffusione dei contagi da Covid-19. Chi non vuole che alunni, studenti e docenti tornino in classe in sicurezza?
Per saperne di più: Dossier di edilizia scolastica