La storia di una Bambina, la storia di tutte le Bambine di ieri e di oggi. Con un linguaggio nuovo il romanzo racconta l’Epica dell’Infanzia, in cui ciascuno, grande e piccino, può ritrovare la propria
a cura di Enrica Bienna
Consigliato a:
tutti. Il romanzo racconta la storia di una bambina ambientata negli anni Cinquanta e segue, dai sei ai dieci anni, le tappe della sua evoluzione psicologica, la sua progressiva presa di coscienza della realtà, il suo sforzo di costruirsi una personale idea del mondo. Lo sguardo limpido e incantato, ma insieme indagatore e lucido che la piccola protagonista posa sui fatti e le persone, (la storia è narrata dal suo punto di vista), la determinazione ad affermare il diritto ad esistere, sognare e pensare restituiscono una idea dell’infanzia del tutto nuova, priva di edulcorazioni o stereotipi, attuale e suggestiva.
Una storia che incanta e che riporta a ognuno di noi echi della propria infanzia.
Bambina (così verrà chiamata in tutto il romanzo) vive in un piccolo paese dell’alto Milanese negli anni Cinquanta,”Il Paese della Noia”. L’ambiente è povero e retrogrado, sottomesso a pregiudizi e regole arcaiche, pauroso di ogni novità. Cinema, libri e teleromanzi sono per le bambine veicoli di peccato e di perdizione.
Madre (“Madre Geova”) assegna castighi e corregge deviazioni, Nonna spiega le regole della rassegnazione, svelando il terribile destino delle donne. Padre è assente.
A sei anni La Bambina Senzapaura, a cavallo del suo Brigliadoro, scorrazza in bicicletta per le strade del paese, si muove libera nel suo universo (la strada, la corte, la casa, il giardino incantato, la scuola), scoprendone aspetti misteriosi o perturbanti.
Esplora il mondo, inventaria e classifica (i santi, le preghiere, il tempo, gli abitanti…), cerca spiegazioni alternative alle risposte poco convincenti degli adulti e “sta imparando che lei e i Grandi Garruli hanno una scala di valori abissalmente distante”.
Ma Bambina cresce e gli insegnamenti degli adulti la disorientano sempre di più, eppure il suo intuito e il suo bisogno di evidenza logica la portano a scoprire segreti e misfatti che nessuno ammette di conoscere; così, da “Bambina Senzapaura”, si trasforma in “Quasi perduta”, e poi in “Bambina Attonita” per diventare, sulla soglia di dieci anni, “Bambina Svaporata”(questi i titoli delle quattro parti della storia, una per ogni anno).
Stupisce l’acutezza con cui l’autrice di questo bel testo illumina di una luce nuova il tempo dell’infanzia, portandoci a seguire con partecipazione i movimenti e gli sviluppi del mondo psicologico ed emotivo dei bambini (in particolare, delle bambine…)
E, mentre il mondo gretto e chiuso dei grandi si fa sempre più minaccioso e ostile ed è pronto a soffocare i suoi impulsi alla libertà, il mondo delle storie apre per lei l’unica via di fuga.
“E’ una gioia tuffarsi nell’immensità oceanica dei romanzi…come se si aprisse una finestra per fare entrare la luce…in tutti i libri che legge trova tracce di se stessa, epperciò i ricordi delle storie si mescolano con la sua corta raccolta di memorie personali…”.
“Anche per le conoscenze storiche sono i romanzi a farla entrare in altre epoche. Mentre si incanta sulle illustrazioni di Quo Vadis?, proprio a lei Nerone morente, quando già il pugnale gli scava la gola, sussurra: “Quale artista perisce!”. Pensando a lei, Ivanhoe partecipa ai tornei…Inchinandosi davanti a lei, D’ Artagnan promette di recuperare i puntali rubati da Mylady….Su una spiaggia del Pacifico, con Robinson Crusoe rabbrividisce davanti all’ombra del piede di un cannibale”.
Fumetti e teleromanzi, libri e film le offrono le lezioni di vita che salveranno la sua infanzia e le daranno la forza di resistere, e Rin Tin Tin e Peter Pan, I ragazzi della via Paal e i personaggi di Via col vento le offriranno aiuto e mondi alternativi. Infine, saranno le “scarpette rosse”, di Andersen ad aiutarla a compiere il suo estremo gesto di ribellione. Ma ne varrà la pena perché “Domani – come disse Rossella o’Hara – è un altro giorno”.
Il mondo di Bambina non esiste più, e la storia della sua formazione in quel particolare contesto degli anni Cinquanta può sembrare inattuale.
E invece stupisce l’acutezza con cui l’autrice di questo bel testo illumina di una luce nuova il tempo dell’infanzia, portandoci a seguire con partecipazione i movimenti e gli sviluppi del mondo psicologico ed emotivo dei bambini (in particolare, delle bambine…).
E stupisce infine la freschezza di un linguaggio di grande efficacia espressiva – fatto di un impasto di termini dialettali, gergo familiare, termini inventati, onomatopee -, che è stato particolarmente lodato dalla critica alla recente uscita del libro.