i romanzi, le storie
a cura di Enrica Bienna
Youssef Ziedan – Sette luoghi – Neri Pozza 2014.
Ogni romanzo apre un mondo. Ci sono romanzi che aprono mondi “altri”, che crediamo di conoscere, ma che ci accade di osservare attraverso il filtro degli stereotipi che continuiamo a reificare , per pigrizia o per paura.
La forza di un romanzo può essere quella di condurci per mano, nostro malgrado, in quel “mondo”, di farcelo vedere con gli occhi dell’“altro” e di spingerci a fare i conti con noi stessi, con le nostre visioni eurocentriche e con i nostri pregiudizi.
Purchè si tratti di una storia sorretta da una solida ed equilibrata visione del mondo e di una narrazione avvincente.
E’ questo il caso del romanzo “Sette luoghi”, che ci apre alla storia e alla geografia del mondo arabo contemporaneo, attraverso le vicende di un giovane arabo, uno come tanti, testimone e vittima della Storia.
Il suo autore, Youssef Ziedan, è un rinomato studioso egiziano, specializzato in studi arabi e musulmani, professore di filosofia islamica e sufismo , che nei suoi romanzi, apprezzati sia nel mondo arabo che in quello occidentale, tratta i temi del rapporto tra politica e religione, delle relazioni tra occidente e Islam, del dramma della guerra, e che ci offre una diversa chiave di lettura delle recenti vicende storiche del popolo arabo nonché un affresco ricco di particolari della cultura variegata di quel mondo.
Questa volta proponiamo quindi la lettura di un romanzo, per tutti gli insegnanti (non solo quelli di italiano!) che siano attratti dai temi della contemporaneità e che vogliano confrontarsi con una lettura colta e raffinata, eppure scorrevole, semplice ed emotivamente coinvolgente, per scoprire i propri stereotipi o colmare la propria parziale visione delle cose.
“La vita ci confonde. Ci abbaglia con i suoi lampi di colore, ci fa percorrere le sue strade allegri e spensierati, per poi sorprenderci con le sue vicissitudini. O s’industria per concederci qualcosa di tanto in tanto, facendo sembrare realizzabili i nostri sogni…Forse invece la vita non si cura proprio di noi; la rincorriamo con una serie di astuzie, per restare attaccati alle nostre aspirazioni e , anche se queste vengono tradite, continuare a sperarci. A meno che, col passare degli anni, non ci dimentichiamo di essere, alla fine del giro, nient’altro che frustrati .E bendati .C’é questo ragazzo di vent’anni, dalla bella carnagione scura, seduto in riva al lago. Al suo sguardo è celato tutto ciò che lo aspetta fra un’ora o domani….”
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