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Covid 19, sei Regioni chiudono le scuole secondarie di secondo grado

Didattica a distanza in Abruzzo, Calabria, Lombardia e Sicilia. In Campania anche per le primarie sino al 31 ottobre, in Puglia lezioni on line fino al 24 novembre: restano aperte solo quelle dell’infanzia. La ministra Azzolina: “Risolvere così il problema è mera illusione: i ragazzi usciranno di più. Si riaprano al più presto per evitare conseguenze gravi”

Di Stefania De Cristofaro

ROMA – Sei Regioni hanno deciso di sospendere temporaneamente le lezioni in presenza, nelle scuole secondarie di secondo grado, a causa dell’impennata dei contagi da Covid 19 tra studenti, docenti e personale amministrativo: solo didattica a distanza in Abruzzo, Calabria, Lombardia e Sicilia, mentre in Campania e in Puglia la chiusura riguarda tutte le scuole, comprese le primarie, sino al 31 ottobre, stando all’ordinanza del governatore Vincenzo De Luca e fino al 24 novembre, per effetto del provvedimento firmato da Michele Emiliano.

LE ORDINANZE REGIONALI IN BASE ALLA CURVA DEI CONTAGI

I presidenti delle Regioni hanno deciso di adottare misure più stringenti in ambito scolastico rispetto a quanto previsto nell’ultimo Decreto del presidente del Consiglio dei ministri (i Dpcm del 24 ottobre 2020, entrato in vigore due giorni dopo) in relazione all’andamento della curva dei contagi monitorata dalle autorità sanitarie.Da Nord a Sud, il numero dei positivi, secondo i sei governatori, è tale da non consentire la prosecuzione delle lezioni in classe perché ciò significherebbe aumentare in maniera esponenziale i contagi, con ripercussioni sulla capacità degli ospedali. Nel provvedimento del Governo Conte era stato previsto il ricorso alla didattica on line nella misura di almeno il 75 per cento ed è in questa cornice che sono arrivate, una dopo l’altra, le decisioni dei governatori delle Regioni.

L’ORDINANZA DELLA REGIONE PUGLIA E IL COMMENTO DELLA MINISTRA LUCIA AZZOLINA

L’ultima in ordine di tempo, è arrivata dal presidente della Regione Puglia, il rieletto Michele Emiliano: ieri, 28 ottobre 2020, ha sospeso – con ordinanza – la didattica in presenza in tutte le scuole pugliesi. Il provvedimento riguarda le “scuole di ogni ordine e grado” da domani, 30 ottobre: gli studenti resteranno a casa e faranno lezione on line. Fanno eccezione le scuole dell’infanzia, dove la presenza non è obbligatoria. L’ordinanza resterà in vigore sino al prossimo 24 novembre, la stessa data stabilita per la vigenza delle disposizioni contenute nel Dpcm. Cosa succederà alla scadenza, dipende dall’andamento dei contagi.

La Puglia, ad oggi, è la prima Regione ad aver deciso per la sospensione a 360 gradi delle lezioni per la durata di tre settimane. Decisione sofferta, per stessa ammissione di Emiliano, ma inevitabile tenuto conto del fatto che in appena un mese, vale a dire dall’inizio della scuola (il 24 settembre) ad oggi, i contagi sono schizzati: stando ai dati resi noti dai Dipartimenti di prevenzione, in Puglia ci sono 417 studenti positivi, ai quali vanno aggiunti 151 casi di positività accertati fra docenti e personale scolastico.

“L’impegno encomiabile dei bambini, degli studenti e di tutto il personale scolastico non è stato un argine sufficiente a tenere il virus fuori dalle nostre scuole”, ha detto Emiliano. A destare preoccupazione è l’effetto moltiplicatore dei contagi in ambito scolastico: “Essendo i soggetti inseriti in una classe, uno studente positivo genera almeno una ventina di contatti stretti più quelli familiari. Se ad essere positivo è un docente che ha in carico più classi, questo numero si moltiplica ulteriormente”, ha spiegato l’epidemiologo Pier Luigi Lopalco, nominato assessore alla Sanità pugliese il 21 ottobre scorso.

Copia dell’ordinanza firmata da Emiliano è stata trasmessa ai ministri Lucia Azzolina, titolare della Pubblica Istruzione, e Roberto Speranza, alla Sanità. Azzolina ha affidato a un post pubblicato sulla sua pagina Facebook, il commento sulla decisione di Emiliano: “La Regione Puglia ha sospeso le attività didattiche in presenza, definendo impressionante il numero dei contagi”, si legge. “Eppure, secondo quanto ci ha comunicato, si tratta di 417 studenti positivi (su una popolazione studentesca di 562mila). La stessa Regione ha poi ammesso che il problema, in realtà, non è la diffusione del virus all’interno delle scuole, ma l’organizzazione del lavoro della sanità regionale”, ha scritto la ministra.

“Pensare di risolvere il problema chiudendo le scuole è una mera illusione. Perché i ragazzi escono, anzi usciranno di più e rischieranno di contagiarsi. A scuola, invece, non solo ci sono misure di sicurezza, ma anche protocolli che permettono controllo e tracciamento”.

L’INVITO DELLA MINISTRA: “SI RIAPRANO LE SCUOLE EVITANDO CONSEGUENZE GRAVI”

La ministra, sempre nello stesso post, ha rivolto un invito:

“Si riaprano al più preso le scuole, evitando conseguenze gravi, presenti e future, per gli studenti e le famiglie”.

E ancora: “Sono sommersa in queste ore da messaggi di sconforto, delusione e amarezza. La comunità scolastica pugliese, nei mesi scorsi, ha lavorato tantissimo per preparare le scuole alla riapertura. Dimostrando spirito di sacrificio e responsabilità. La stessa che oggi è richiesta a tutti gli attori istituzionali per togliere alle bambine e ai bambini momenti di socialità, studio, impegno e crescita”.

Infine: “La scuola non è ‘un problema’ come qualcuno ha scritto. La scuola è futuro e speranza”.

LE ORDINANZE IN VIGORE NELLE ALTRE REGIONI ITALIANE

Nonostante la posizione della ministra e l’invito alla riapertura, restano sospese le attività in presenza, relativamente alle scuole secondarie di secondo grado in Abruzzo, Lombardia, Calabria e Sicilia.

In Abruzzo dal 28 ottobre 2020 sino al termine di vigenza del Dpcm del 24 ottobre 2020, è stata disposta la sospensione delle attività scolastiche secondarie di secondo grado in presenza, rimettendo in capo alle Autorità Scolastiche la rimodulazione delle stesse, con ricorso alla didattica digitale a distanza e prevedendo che la didattica in presenza continui ad essere effettuata a vantaggio degli alunni a vario titolo portatori di disabilità ovvero in ragione di riconosciuta condizione di necessità”. 

In Calabria la sospensione è iniziata dal 26 ottobre 2020, sempre nelle istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado, con ricorso alla didattica a distanza fino a tutto il 13 novembre 2020, rimettendo in capo alle Autorità Scolastiche la rimodulazione delle stesse. Dal 14 al 24 novembre 2020, a seguito dell’analisi dei dati epidemiologici, si valuterà la possibilità di consentire la didattica digitale integrata nella misura non inferiore al 75% delle attività, così come previsto nell’ultimo Dpcm.

In Lombardia, la Regione ha confermato la didattica a distanza per tutte le scuole superiori dal 26 ottobre. Anche in Calabria e in Sicilia, dal 26 ottobre scorso, è stato disposto lo stop alla didattica in presenza nelle scuole superiori, con ricorso alle lezioni on line. Nelle ultime ore il governatore siciliano, Nello Musumeci, sta valutando se ci siano o meno le condizioni per modificare l’ordinanza ridurre le lezioni on line al 75 per cento.

In Campania, il governatore Vincenzo De Luca ha confermato la sospensione dell’attività didattica in presenza nelle scuole secondarie fino al 31 ottobre. Sospensione sino alla fine del mese anche nelle scuole primarie. Una nuova decisione è attesa tra dieci giorni

In Emilia Romagna, il governatore ha deciso di innalzare fino al prossimo 24 novembre, la percentuale minima di didattica a distanza nelle scuole superiori al 75 per cento, prevedendo allo stesso tempo una rotazione fra le classi o fra gli studenti all’interno delle classi. In Liguria, didattica a distanza al 75 per cento nelle scuole secondarie di secondo grado dal 27 ottobre al 24 novembre.  Situazione analoga nelle Marche, in Toscana e nella regione Veneto: in quest’ultimo caso, è stata raccomandata l’applicazione dell’attività didattica in presenza prioritariamente nelle prime classi.

La situazione potrebbe cambiare nelle prossime ore, in base al numero dei contagi tra studenti, professori e personale amministrativo, rispetto al totale della popolazione scolastica per regioni. Non è neppure da escludere che il Governo adotti ulteriori misure di contenimento, come il ricorso a lock-down territoriali, blocchi per regioni o per province.

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