Di Lucia Magaldi*
La scuola di Capitanata ha una storia che viene da lontano: qui si sono formati famosi politici, artisti e filantropi.
Il mondo congelato della tradizione si è sciolto al sole nel travaglio del cambiamento: i gioielli di famiglia, le scuole del primo ciclo dell’istruzione, brillano nella loro identità.
A volte, docenti e genitori si trovano implicati in una guerra fredda di dissapori e contese, seppur protesi al medesimo obiettivo formativo.
Avventurarsi in speculazioni del genere non è semplice, ma l’ultimo episodio di violenza è avvisaglia di arretratezza culturale: un uomo aggredisce l’insegnante del figlio, reo d’averlo rimproverato.
La scuola col “Patto di corresponsabilità” crea alleanza sulla condivisione d’intenti, metodologie e strategie, e con il “Patto d’intesa MIUR – Associazione dei genitori” rafforza il concetto di collaborazione.
Quando avvengono eventi incresciosi, la famiglia ha piena percezione socio-convenzionale delle regole e della violazione di queste: violazione che attiene alla sfera della trasgressione, nella consapevolezza di ledere i principi morali; sceglie consapevolmente l’infrazione fino a quando non ricava un riscontro plateale che ne sottoscriva la gravità.
Come le nuvole di Aristofane coprono il sole per togliere luce e calore, così la crisi genitoriale getta un’ombra sul meraviglioso mondo della cultura mettendo in discussione il modello educativo con una condotta irresponsabile, che denota uno stile di vita permissivo e un comportamento asociale, assolutamente arbitrari.
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