• martedì , 16 Luglio 2024

Compiti e responsabilità del dirigente scolastico nelle ultime rilevazioni del Censis sui processi formativi in Italia

L’ultimo Rapporto sulla situazione sociale del paese definisce “particolarmente gravosi” i compiti di una figura a metà tra educazione e management

 

di Antonio Santoro

 

Dirigenti scolastici a rischio burn out? Di certo una figura professionale sempre più gravata da preoccupazioni e adempimenti burocratico-amministrativi particolarmente onerosi e assorbenti.

 

E’ tempo, scrivevo nello scorso mese di novembre su Scuola e Amministrazione, “per una considerazione adeguata, in termini economici, della dirigenza scolastica: quindi, per un riconoscimento effettivo della rilevanza di una figura professionale che nella scuola ha valorizzato, nel tempo, sia la titolarità della leadership educativa che i compiti e le responsabilità della dimensione manageriale” (1). Compiti e linee di azione – aggiungevo – che l’entrata in vigore della legge sulla Buona Scuola ha sicuramente caricato di ulteriori onerosità, e che ora anche il Censis riconosce come “particolarmente gravosi”, con riferimenti specifici “al nodo critico dell’applicazione e delle responsabilità relative a normative generali, quali privacy, trasparenza amministrativa e siti web, anticorruzione e soprattutto in materia di sicurezza e di edilizia scolastica”.

L’istituto di ricerca riconosce l’impegno di una figura trasversale costretta a chiedere aiuto e sempre più vicina al collasso

Nel suo ultimo Rapporto sulla situazione sociale del Paese, l’istituto di ricerca arriva a scrivere, addirittura, di “dirigenza scolastica a rischio burn out”: insomma, di dirigenti in difficoltà che spesso avanzano “la richiesta di un supporto organizzativo e amministrativo (ad esempio) per l’applicazione delle procedure per la dematerializzazione e del Codice dell’Amministrazione Digitale”, ma che continuano comunque ad assicurare la qualità delle loro prospettive promozionali e il richiesto ruolo di guida dell’istituzione scolastica autonoma.

Il Censis ne rileva l’impegno in alcuni ambiti di particolare significatività. In primo luogo, nelle iniziative di costituzione di reti di scuola, che in gran parte essi vedono come accertate opportunità per “la circolazione e il miglioramento delle pratiche educative”, per il conseguimento di “obiettivi di innovazione dell’organizzazione e delle metodologie didattiche”, per un più agevole “accesso ai finanziamenti”.

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