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Assessora Aprea: in Lombardia la massima integrazione scuola/imprese

platea convegno scuolaA margine di un convegno sulle politiche attive del lavoro tenutosi a Lecce nell’ottobre 2016, la redazione di Scuola e Amministrazione ha intervistato Sebastiano Leo, assessore all’Istruzione Formazione e Lavoro pugliese (clicca qui)

Valentina Aprea, assessora all’istruzione formazione e lavoro della Regione Lombardia. Ecco l’intervista:

Assessora Aprea, abbiamo ascoltato dalla sua voce la perfetta integrazione che esiste tra scuole, imprese ed enti di formazione. Delle tre ‘gambe’ che sorreggono questo sistema, quale ha avuto maggiore criticità nell’integrarsi in un modello completo?

“All’inizio c’era molta diffidenza. Ora siamo alla leale collaborazione. E’ stato un percorso, un processo in cui non bisogna dare nulla per scontato. La strada è stata quella del darci dei target comuni. L’alternanza scuola-lavoro e il raccordo tra scuola e impresa deve essere un rapporto win/win, vincente per l’impresa e vincente per la scuola e per gli studenti. Come si raggiunge? Dandosi obiettivi di occupazione e maggiore formazione per studenti e imprese, ma anche di aggiornamento continuo dei saperi e quindi delle competenze per la scuola. La scuola non può pensare di gestire il sapere o i saperi per oggi e per domani. Sicuramente c’è una conoscenza che può essere fatta valere per il passato, ma le competenze per i nuovi lavori vanno aggiornate e costruite insieme a chi vive nelle situazioni reali, nel mondo delle produzioni, delle ricerche e della formazione. Ecco perché, più che di docenti, oggi abbiamo bisogno di formatori. E’ stato un processo e la costruzioni di reti orizzontali ci ha aiutato moltissimo.

 

Gli istituti superiori, schiacciati dalla burocrazia e da mille incombenze, hanno un interesse effettivo poi al placement?

“Oggi sì perché le ultime norma e la “Buona Scuola” hanno posto vincoli precisi, già presentati nella riforma Moratti e la riforma Biagi. All’epoca però non c’era l’obbligatorietà e quindi è passato troppo tempo da quando quei principi, in legge dal 2003, hanno poi trovato una vera attuazione. Quindi si può fare molto più facilmente con queste nuove leggi che hanno ripreso questi principi”.

 

La “Buona scuola” in salsa lombarda: come può spiegare questa espressione?

“Sia la ‘Buona scuola’ che il ‘Job acts’ in ‘salsa lombarda’ parlano di accordi di reti orizzontali, di filiere verticali. Poi c’è la legge regionale 30/2015 che ho fortemente voluto e che crea e dà garanzie al sistema duale lombardo. Quindi in Lombardia, in tutti i percorsi, a partire dai 16 anni, si può studiare e lavorare. I contratti di apprendistato di primo e di terzo livello sono a disposizione di tutte le scuole e per la formazione professionale diventano un vincolo nella misura del 5%. Quindi, per certi versi, abbiamo anticipato ‘Buona scuola’ e ‘Job acts’, ma per altri versi abbiamo rafforzato molti principi contenuti in queste leggi e abbiamo dimostrato che un’altra scuola è possibile e che c’è tanto lavoro anche per i giovani”.

 

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