Annunciati come “notizie”, entrambi i provvedimenti sono da decenni materia di discussione nel mondo della scuola
di Fabio Scrimitore
La nebbia del tempo nasconde le tracce della genialità creativa degli uomini in rapporto direttamente proporzionale al numero degli anni trascorsi, come dimostra la grande eco mediatica che, nelle settimane scorse, ha avuto un disegno di legge approvato dalla Camera dei deputati e commentato con particolare enfasi, perché conterrebbe due notizie particolarmente interessanti per l’opinione pubblica.
La prima notizia è l’abolizione delle punizioni disciplinari per gli allievi della scuola primaria. Le aveva previste il Regolamento sull’istruzione elementare, approvato con il Regio Decreto 26 aprile 1928, n. 1297, il cui articolo 412 aveva individuato cinque punizioni che i maestri e i direttori didattici avrebbero potuto infliggere agli scolari del Regno che fossero venuti meno ai loro doveri scolastici: ammonizione, censura, sospensione dalla scuola da uno a dieci giorni, esclusione dagli scrutini o dagli esami della prima sessione, espulsione con la perdita dell’anno scolastico.
La seconda notizia è l’introduzione dell’insegnamento dell’Educazione civica.
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