In vista della giornata in memoria delle vittime innocenti di mafia che si celebra il 21 marzo, la redazione di Scuola e Amministrazione ha preparato un approfondimento (riservato agli abbonati)
Dossier su una nuova cultura antimafia negli istituti italiani nel numero di Scuola & Amministrazione in uscita il 17 marzo: dal dirigente dell’istituto comprensivo Giuliana Saladino di Palermo, Giusto Catania, parte l’appello per una nuova pedagogia civile ai fini dell’educazione antimafia nelle scuole con l’obiettivo di “rompere le gabbie” della cultura che soffoca la società, l’economia e le possibilità di crescita.
L’appello è rivolto al Parlamento affinché si arrivi a una legge che istituzionalizzi la cultura antimafia come insegnamento in tutti gli istituti italiani.
Il punto di partenza è costituito dal testamento morale lasciato in eredità dal preside antimafia del capoluogo siciliano, Vito Mercadante, che fu uno dei protagonisti del movimento nato all’indomani dell’omicidio di Piersanti Mattarella, presidente della Regione Sicilia, assassinato il 6 gennaio 1980, che portò all’approvazione della legge regionale con cui venne inserita nelle scuole siciliane la lotta contro la cultura mafiosa.
Seguendo questo insegnamento, il preside Giusto Catania ha lanciato una serie di spunti per arrivare a un testo unitario, una manifesto, che sia utile per la scuola italiana e ha avviato una rete a cui hanno già aderito 69 scuole di Palermo.
La rete si è strutturata in quattro gruppi di lavoro, composti da diversi docenti delle scuole: Pedagogia civile e manifesto per la cultura antimafia; Didattica dell’antimafia attraverso le discipline curriculari; Formazione dei docenti e disseminazione; Partecipazione e organizzazione eventi.
La prima iniziativa varata dalla neo nata rete è prevista per il prossimo 21 marzo, in occasione della giornata in memoria delle vittime innocenti di mafia, organizzata da Libera.
Tutte le scuole aderenti alla rete organizzeranno le attività didattiche ricordando una o più vittime innocenti di mafia, con particolare attenzione alle bambine e ai bambini che hanno subito la prevaricazione criminale della mafia.
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