una abilità che tutti dovrebbero possedere
di Gabriella Martina
(insegnante di scuola primaria)
Cos’è il coding
Quando si parla di coding, nella scuola, ci si riferisce all’insegnamento e all’apprendimento della programmazione fin dai primi anni dell’età scolare.
Il coding è la modalità con la quale si danno istruzioni ai computer e a tutti gli oggetti “programmabili” che ci circondano. In realtà, il termine italiano equivalente, “programmazione”, mi sembra che renda molto meglio il senso del ragionamento logico-analitico che occorre per poter governare con successo questi oggetti. Parliamo di una programmazione intesa non come disciplina fine a se stessa, ma utilizzata per l’apprendimento di materie diverse, una programmazione che implica una serie di azioni complesse, come studiare un problema, pianificare una soluzione, formalizzarla e comunicarla ad altri.
Ciò avviene nella robotica educativa o pedagogica dove il gioco, motore della curiosità e della scoperta, coinvolge una serie di abilità diverse e suscita nei bambini e nei ragazzi molto interesse.
L’obiettivo è quello di educare i più piccoli al pensiero computazionale, che è la capacità di risolvere problemi, anche complessi, applicando la logica e ragionando passo dopo passo sulla strategia migliore per arrivare alla soluzione.
Il coding educa al pensiero creativo e stimola la curiosità dei piccoli attraverso quello che apparentemente può sembrare solo un gioco. Consente di imparare le basi della programmazione informatica, insegna a “dialogare” con il computer, a impartire alla macchina comandi in modo semplice e intuitivo.
I nostri ragazzi,nativi digitali, utilizzano in genere il tablet o lo smartphone con estrema facilità e disinvoltura, ma si tratta di una fruizione passiva; quando invece si avvicinano al coding, diventano soggetti attivi della tecnologia e i risultati sono immediati: il pensiero computazionale li aiuta a trovare soluzioni a problemi, a gestire processi, funzionalità, algoritmi e dati.
Una seconda lingua
Il coding svolge inoltre, efficacemente, la funzione cognitiva di una seconda lingua. Sappiamo che l’apprendimento di una lingua (un sistema di segni, simboli e regole utilizzate per comunicare) promuove fortemente lo sviluppo del pensiero, e che la negoziazione del significato di concetti e modelli linguistici potenzia l’attività cognitiva. Sappiamo anche che i ragazzi in grado di comunicare in più di una lingua, di utilizzare tecniche di memorizzazione ed usi diversi del vocabolario, di effettuare commutazioni tra strutture linguistiche differenti a seconda dei contesti, esercitano estensivamente il cervello, migliorano significativamente la memoria (ricordano meglio liste e sequenze), dimostrano maggiori capacità nel gestire alcune attività e nel risolvere alcuni tipi di problemi.
In modo del tutto analogo, il coding comporta l’impiego di regole e vocabolari, anche se molto specifici, suggerendo lo scenario semantico e sintattico proprio di un’ulteriore lingua che, insieme alle altre, contribuisce ad accrescere la percezione della realtà. Il coding rappresenta oggi la lingua più diffusa considerando il numero di sistemi di elaborazione esistenti, essendo l’unico veicolo per promuovere la comunicazione tra essere umano e computer, utilizzando strutture semantiche che trovano fondamento concettuale nel cosiddetto “Computational Thinking” o “Pensiero Computazionale”.
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