Una “non riforma” populista?
di Mario Melino
(già dirigente tecnico dell’USR per la Puglia)
Cenerentola senza fiaba
Finalmente la “buona scuola” ha tagliato il traguardo. Un esempio di efficacia e decisionismo – come raramente è avvenuto nella nostra tormentata storia scolastica – è ora bell’e pronto come monito per gli scettici, come lezione morale agli uccellacci del malaugurio (altrimenti detti “gufi” o “tribù dei musi lunghi”), come prova di fattività e concretezza per gli specialisti del vuoto e della contrapposizione rituale (ovvero sindacati, minoranze ideologizzate e affollate schiere di intellettuali predicatori …) e, infine, come esempio di lungimirante maturità a distratte masse di studenti vocianti e costituzionalmente anti-qualunque-riforma. La legge c’è, ma la scuola diventerà “buona” davvero? Intanto, qualche velato e implicito ripensamento – a partire proprio dall’intestazione di “buona scuola” – è arrivato dal suo stesso autore (1).
“Buona” non si sa, povera sicuramente, eternamente Cenerentola. Raramente in cima ai pensieri politici, respinta nei locali di servizio del potere, declamata nelle retoriche e mortificata nei fatti, invitata per necessità al gran ballo del rinnovamento totale … ha trovato finalmente il suo principe azzurro? Da circa vent’anni una schiera di principi si sono messi alla ricerca della “riforma perfetta” che l’incoronasse regina di saperi e di modernità, di promozione sociale ed economica … In principio fu l’autonomia e il mosaico di Berlinguer, poi i completamenti di De Mauro, la controriforma della Moratti, ovvero il suo famoso «punto e accapo», poi il cacciavite di Fioroni, la chirurgia radicale o – per meglio dire, con le parole del ministro Mariastella Gelmini – la «cura da cavallo» e via via fino alla Giannini … la povera Cenerentola non ha fatto altro che misurare scarpette di vetro, ogni volta troppo strette o troppo larghe, ogni volta circondata da altri pretendenti infervorati, ognuno con la sua misura (governo, palamento, opposizioni, sindacati, forze culturali …) ma, alla fine, la scena è stata sempre la stessa: ancora scalza, ferma lì ad aspettare un’altra “prova”. Con la L. 13 luglio 2015, n. 107 è finalmente regina o si riscoprirà a breve ancora Cenerentola? Ha finalmente la sua fiaba o è solo l’ennesima narrazione populista?
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