• sabato , 21 Dicembre 2024

Una progettazione disciplinare per competenze

Dall’Oriente alle Americhe alla scoperta dell’Altro

di Nicola Contegreco*
(docente di lettere nella scuola secondaria di I grado)

Premessa

In questo articolo illustreremo le modalità di progettazione seguite per un percorso didattico in Storia, che ha interessato la classe 2^A della scuola secondaria di primo grado “Giovanni Paolo II” di Lesina (FG) e che ha visto come tema centrale il confronto tra civiltà e cultura occidentali e le cosiddette culture “altre”, con le quali l’Europa cattolica è entrata in contatto nel corso della storia, in particolar modo tra il Basso Medioevo e gli inizi dell’Età Moderna.
Il percorso rientra in una progettazione finalizzata allo sviluppo di competenze ed utilizza pertanto una didattica diversa da quella centrata sulla trasmissione di contenuti disciplinari e su prove di verifica mirate esclusivamente alla valutazione del prodotto e non anche del processo. (1)
Si è partiti da due fondamentali convinzioni: la prima è che un insegnamento della Storia effettuato nell’ottica delle competenze chiave di cittadinanza trova nella ricerca sul presente attraverso la sua relazione col passato una delle prospettive metodologiche più interessanti ed efficaci sul piano formativo; la seconda è che la ricerca relativa alla storia europea (ed italiana) offre una base per riflettere in modo articolato, argomentato e critico sulle diversità dei gruppi umani che hanno popolato il pianeta e sulle diverse componenti di una società multiculturale e multietnica.
Una selezione delle conoscenze in funzione della competenza desiderata
Uno dei punti nodali della progettazione per competenze è la necessità di progettare ‘a ritroso’, definendo il traguardo finale, cioè la competenza che si vuole sviluppare, e costruendo il percorso, appunto, in direzione contraria, attraverso scelte di contenuto e di metodo ritenute necessarie e strumentali al raggiungimento di quel traguardo.
Consideriamo quindi, nel nostro caso, la seguente competenza disciplinare:
Espone oralmente e con scritture – anche digitali – le conoscenze storiche acquisite, argomentando le proprie riflessioni e operando collegamenti anche con il presente

È proprio da qui che partiremo per elaborare la nostra unità di apprendimento.
La prima riflessione da fare è relativa al ruolo del docente, che nella nuova didattica non è il decisore assoluto che mette in atto schemi iperconsolidati e ripetitivi di trasmissione delle conoscenze, ma assume le vesti di progettista, cioè di colui che ricerca consapevolmente le soluzioni più adatte al raggiungimento della competenza desiderata.(2) Vi è infatti una molteplicità di soluzioni che possono essere adottate e, fattore da un certo punto di vista rivoluzionario, i contenuti da scegliere non sono vincolati a nessun altro attore in campo – né, come è noto, a nessun riferimento normativo – che non sia lo stesso docente. La trasformazione della figura del docente da trasmettitore di conoscenze a progettista-ricercatore consapevole non rappresenta, in realtà, alcuna novità, essendo già esplicitato, all’articolo 27 del CCNL, che il suo profilo professionale dovrebbe costituirsi non solo di competenze disciplinari – il che dovrebbe essere sottinteso – ma anche di competenze, tra loro correlate ed interagenti, psico-pedagogiche, metodologico-didattiche, organizzativo-relazionali, di ricerca, documentazione e valutazione.
La seconda riflessione riguarda la scelta dei contenuti disciplinari da proporre ai ragazzi.

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