Linea dura della Cassazione contro gli abusi dei permessi ex L.104/92
di Agata Scarafilo
(Pubblicato il 26/05/2015)
L’uso improprio del permesso per l’assistenza di cui all’art. 33 della Legge 104/92 giustifica il licenziamento per giusta causa. A confermarlo è la Cassazione che, con Sentenza n. 8784 del 30/04/2015, ha dichiarato legittimo il licenziamento di un dipendente il quale, mentre fruiva del permesso per assistere la madre disabile grave, aveva partecipato ad una serata danzante. La sentenza ovviamente crea un “precedente giurisprudenziale” di rilievo per diverse ragioni.
Per prima cosa va sottolineato che il “precedente giurisprudenziale” vale per tutte le categorie di lavoratori interessati all’applicabilità della norma, quindi anche per i dipendenti della scuola (docenti ed ATA).
Infatti, si tratta di un permesso retribuito, il cui diritto deriva da una disposizione di legge che riconosce la possibilità di poterne fruire a tutti i lavoratori dipendenti (anche se con rapporto di lavoro part time), sia pubblici che privati, previo accertamento di alcuni requisiti.
L’importanza del “precedente giurisprudenziale” si colloca, anche, nel passaggio dal fatto (utilizzo del permesso L.104/92 per altri scopi) all’ordinamento (sistema normativo) che la sentenza produce. Non dimentichiamo, poi, che ad entrare nel merito è la Corte Suprema di Cassazione, che è al vertice della giurisdizione ordinaria ed ha la funzione di assicurare l’esatta osservanza e l’uniforme interpretazione della legge.