• domenica , 22 Dicembre 2024

Valore pubblico

di Mario Melino*

(*già Dirigente tecnico dell’USR per la Puglia)

Introduzione
Mentre i cittadini hanno maturato crescenti attese di qualità ed efficienza nei confronti della Pubblica Amministrazione, quest’ultima ha spesso assunto atteggiamenti contraddittori: frequentemente di chiusura autoreferenziale, più spesso di falso adeguamento al nuovo, raramente di risposta adeguata alle domande sociali. Di fatto, solo eccezionalmente la P.A. è in grado di produrre anche valore pubblico.
Le imprese private ricorrono ad indicatori prevalentemente economici per misurare la capacità di produrre valore (“privato”) e dar conto ai clienti, agli azionisti e a quanti detengono un interesse specifico. Questo paradigma non può essere valido per una struttura pubblica. Per un’organizzazione pubblica, la capacità di produrre valore – leggibile e apprezzabile dagli interlocutori rilevanti – deve esprimersi non solo in termini economici e di soddisfazione degli utenti (come per le imprese private), ma anche – e in particolare – come capacità di raggiungere gli obiettivi istituzionali (efficacia) e di rispondere con flessibilità ed adeguatezza alle aspettative della comunità di riferimento.
L’immaginazione manageriale
Una storia esemplare raccontata da Mark H. Moore: una bibliotecaria preoccupata.
Ogni giorno, all’incirca alle tre del pomeriggio, un fiume di scolari si riversa nella sala di lettura. Verso le cinque la marea comincia a defluire. Il ritorno alla normalità è un momento di ansia e preoccupazione: gli ambienti disordinati, cataste di volumi alla rinfusa, rischio di gravi danni ai volumi rilegati, montagne di libri da rimettere a posto dagli assistenti che scivolano così oltre l’orario di lavoro … cosa fare? Quali decisioni prendere?
Non è compito della biblioteca comunale occuparsi di bambini latchkey (bambini che restano soli in attesa del rientro dei genitori dal lavoro), altri devono badarci.
Dato il problema, la bibliotecaria elabora quattro diverse risposte, che corrispondono a quattro diversi modelli manageriali.
1. – Burocratica. La bibliotecaria pensa di scrivere una lettera ai giornali locali per richiamare l’attenzione sul corretto uso della biblioteca; se il messaggio dovesse rimanere inascoltato, potrebbe introdurre nuove regole per limitare l’accesso ai bambini (non accompagnati).

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