a cura di Enrica Bienna
Voler bene alla terra. Dialoghi sul futuro del pianeta
– Carlo Petrini, Giunti- Slow Food Editore, 2014
Expo 2015 è alle porte e il suo slogan Nutrire il pianeta. Energia per la vita, di notevole suggestione mediatica, evoca un progetto ambizioso: chiamare la comunità internazionale a confrontarsi sui temi del cibo e della sostenibilità ambientale; analizzare il problema della salvaguardia delle diversità territoriali e delle comunità locali in una società globalizzata e multiculturale; interrogare esperti e studiosi su come affrontare la più importante sfida dell’umanità, cioè progettare un futuro sostenibile, salvare l’uomo e il pianeta. Questo nella enunciazione dei principi ispiratori dell’evento. La scuola, ovviamente, sarà referente privilegiato di Expo e soggetto attivo in progetti e attività di sensibilizzazione (www.expo2015.it).
Che la comunità scolastica intenda prendere sul serio o no questo invito, che creda o no nell’impegno politico e culturale di Expo, non potrà comunque ignorare la sfida lanciata da un tema chiave nell’orizzonte della contemporaneità, ed Expo potrebbe rappresentare lo stimolo per guardare avanti, verificare se esistano nuovi approcci ai problemi del cibo e della sostenibilità ambientale, se esistano nuovi paradigmi interpretativi delle questioni aperte, quali prospettive siano ragionevolmente proponibili per il futuro.
Chi volesse orientarsi in questo complesso argomento può trovare uno sguardo d’insieme nel volume Voler bene alla terra. Dialoghi sul futuro del pianeta, recentemente pubblicato da Carlo Petrini, la voce più autorevole a livello mondiale sul tema dell’alimentazione, impegnato a collaborare con Expo insieme a numerosi altri intellettuali. Carlo Petrini, figura emblematica della cultura contemporanea, considerato – secondo un elenco stilato dal Guardian nel 2008 – tra le 50 persone che potrebbero salvare il mondo, è promotore di esperimenti mirati al miglioramento della produzione di cibo e delle condizioni di vita in numerosi paesi del mondo. Noto come fondatore di Slowfood, movimento internazionale che si occupa ormai da più di trent’anni della cultura del cibo, ha creato la rete internazionale Terra Madre, impegnandosi ad unire le comunità del cibo di tutto il mondo: i contadini, i pescatori, i nomadi, i cuochi e quanti sono impegnati a resistere all’avanzare della globalizzazione e dei suoi effetti negativi.
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