Carissimi,
vi inoltro il documento che l’Adi-Sd ha redatto per esprimere solidarietà ai docenti del Liceo Giulio Cesare di Roma, vittime di un episodio tristissimo e increscioso di oscurantismo e intolleranza, che è anche un attacco alla scuola e alla cultura. Sono certa che l’episodio lo conosciate e spero che vogliate diffondere questo documento che, già approvato dal Presidente dell’Adi nazionale, prof. Guido Baldassarri, e ufficialmente inserito nel sito dell’Associazione, sta adesso girando tra le scuole d’Italia e raggiungendo le principali testate giornalistiche.
George Steiner si chiedeva: “Per me che insegno e considero quale ossatura stessa della vita la letteratura (…), come saprò tradurre questa necessità in coscienza morale concreta?”. Questo documento è una buona risposta non solo per coloro che insegnano la letteratura, ma anche per tutti coloro che insegnano, tout court.
Un caro saluto
Luisa Mirone
Perché quando la letteratura porta a scuola la vita si grida allo scandalo?
Gli italianisti dell’ADI-SD respingono il grave episodio di oscurantismo civile ai danni della formazione dei giovani e degli insegnanti occorso al Liceo Giulio Cesare di Roma ed esprimono piena solidarietà alla dirigente, a tutti i docenti e studenti, in particolare alle due insegnanti volgarmente accusate di «aver istigato i loro studenti ad avere rapporti omosessuali», poiché hanno proposto alle loro classi di leggere il romanzo Sei come sei di Melania Mazzucco.
Lo sconcertante episodio confligge con l’esperienza quotidiana di chi a scuola insegna o studia e offre una inconfutabile conferma del valore irrinunciabile dell’incontro con la letteratura da parte dei giovani. Nella scuola, come nella vita, la letteratura consente a tutti di trovare una chiave per far esistere le cose del mondo secondo il loro peso e la loro essenza, oltre il velo di ovvietà o di ipocrisia che le ricopre. Una volta nominate, esse si possono accettare o rifiutare, ma non si possono più ignorare.
Nelle nostre aule deve entrare la complessità dell’esperienza umana, i cui denominatori comuni la scuola democratica è incaricata istituzionalmente di mostrare. La lettura degli autori antichi, moderni e contemporanei, di ogni provenienza geografica, ci insegna a pensarci membri della stessa specie, perché nelle loro opere possiamo riconoscere ciò che ci accomuna al di là delle differenze culturali e storiche che ci separano: con il loro aiuto impariamo a diventare un po’ meno stupidi e a respingere ogni ottusità discriminatoria.
Se Borges, a chi gli domandava a cosa servisse la letteratura, rispondeva irritato che a nessuno sarebbe mai venuto in mente di interrogarsi sull’utilità del canto di un canarino o dei colori del cielo al crepuscolo, i mala tempora che attraversiamo ne confermano la funzione necessitante.
In un momento di trasformazioni convulse della nostra civiltà, la lettura di un buon libro si offre come mezzo potente per interrogare il senso del presente, per ascoltare le richieste di emancipazione, per arginare le derive del disagio nell’abbrutimento e nell’aberrazione. Ancor più questo vale a scuola, dove la lettura non è casuale né solipsistica, ma risponde ad un progetto formativo ed è accompagnata dal confronto delle riflessioni, e dove il docente, istituzionalmente chiamato ad una responsabilità educativa oltre che culturale, esercita una funzione di mediazione critica.
Chi come noi si spende ogni giorno per la scuola della cittadinanza attiva non può rinunciare a credere che riconoscere le diversità è un dovere di tutti e che i diritti sono gli stessi per tutti.
Siena, 1. 5. 2014
ADI-SD (Associazione degli Italianisti Italiani- Sezione Didattica)
ADI ((Associazione degli Italianisti Italiani)