L’Università di Bari, con la sua ricerca pionieristica, ha compiuto un passo innovativo nel campo della didattica e della connessione globale grazie alla tecnologia olografica. Nell’ambito del dottorato in “Scienze delle relazioni umane” e sotto la guida del Larid (Laboratorio di ricerca didattica del For.Psi.Com), si è svolto un esperimento unico che ha portato l’ologramma in misura 1:1 di una docente di Jineoloji dall’Università del Rojava, situata nella Siria del Nord Est, a dialogare in tempo reale con i praticanti del master in Giornalismo dell’Università di Bari. L’interazione è stata possibile grazie all’uso di tecnologie avanzate e ha permesso agli studenti di intervistare e dialogare con la docente come se fosse fisicamente presente.
La ricerca, condotta da Marilù Mastrogiovanni e supervisionata dalla professoressa Loredana Perla, direttrice del dipartimento For.Psi.Com, ha avuto come partner tecnologico la Predict spa, una PMI innovativa specializzata nello sviluppo di tecnologie per il settore dell’healthcare e in particolare nella diagnostica non invasiva. Lo studio si colloca nell’ambito dei dottorati PON Innovazione e ha mostrato come l’uso della tele-presenza olografica possa essere implementato semplicemente con uno smartphone o un tablet, rivoluzionando così il modo di comunicare e insegnare a distanza.
L’Università del Rojava, scelta per la fase di testing, rappresenta un simbolo di resistenza culturale e innovazione educativa, operando in una regione segnata dalla guerra e dall’oppressione, ma animata da un progetto politico basato sul “Confederalismo democratico”. Zilan Ehmed, rappresentante del Dipartimento di Jineoloji, ha evidenziato come questa “Scienza delle donne” sia un paradigma scientifico che promuove innovazione sociale e politica, multiculturalismo e autodeterminazione. Nonostante le difficoltà, tra cui i continui bombardamenti da parte dei droni turchi e la repressione del regime di Assad, l’Università del Rojava continua a contribuire alla creazione di un nuovo sistema basato sul motto “Jin, Jan, Azadì” – “Donna, vita, libertà”. Ehmed ha auspicato che questa collaborazione possa rafforzare il dialogo con il popolo curdo e promuovere una maggiore comprensione delle sue istanze attraverso l’uso di dispositivi come il “Palco Olografico”.
L’iniziativa è stata accolta con entusiasmo anche dal professor Luigi Cazzato, coordinatore del Master in Giornalismo dell’Università di Bari, il quale ha sottolineato come l’uso della tecnologia, sebbene debba sempre rispettare i valori deontologici della professione, possa aprire nuove vie per il pensiero critico e la libertà di espressione. Il Palco Olografico, sviluppato con il supporto tecnologico della Predict spa, rappresenta un nuovo strumento capace di rendere l’apprendimento più immersivo e partecipativo, con l’obiettivo di coinvolgere emotivamente gli studenti e stimolare la loro capacità critica.
Monica Carella, Sales Manager Digital Healthcare di Predict spa, ha dichiarato che la collaborazione ha rappresentato un punto di svolta per l’azienda, aprendo la strada all’applicazione di tecnologie di tele-presenza in ambiti oltre l’healthcare. Questa tecnologia, infatti, potrebbe rivoluzionare non solo l’educazione, ma anche il giornalismo e altri settori della comunicazione. Carella ha aggiunto che l’obiettivo della Predict è sempre stato quello di rendere la tecnologia un mezzo al servizio delle persone, capace di facilitare l’accesso al sapere e potenziare la comunicazione in modi fino a poco tempo fa impensabili.
I campi di applicazione di questa tecnologia sono potenzialmente infiniti e includono edutainment e infotainment. L’uso della tele-presenza olografica potrebbe permettere, per esempio, di riportare in vita figure storiche come Dante Alighieri o Cleopatra, con la possibilità che, grazie all’intelligenza artificiale generativa, possano dialogare con gli studenti e raccontare le loro esperienze e opere. Marilù Mastrogiovanni, giornalista e docente in giornalismo d’inchiesta presso il Master in Giornalismo e il corso di laurea in Comunicazione dell’Università di Bari, ha dichiarato: “Immaginate un palco olografico in ogni scuola dove personalità come Rita Levi Montalcini, Simone de Beauvoir o Angela Davis possano raccontare il loro pensiero. Oppure immaginiamo di far interagire in diretta persone impossibilitate a spostarsi per varie ragioni, come chi vive in zone di conflitto, è incarcerato o risiede in campi profughi, trasformando così i corpi da terreno di oppressione a strumento educativo per il pensiero critico”.
La ricerca parte dall’approfondimento del movimento ecofemminista italiano per esplorare nuove modalità di connessione e interazione, valorizzando le comunità ristrette e l’empatia nello studio. Con il supporto della tecnologia olografica, l’insegnamento non solo supererà le barriere geografiche, ma promuoverà un apprendimento partecipativo e umanistico, rafforzando i legami tra culture e popoli attraverso la conoscenza e l’innovazione.