di Antonio Santoro
Le prove a disposizione indicano un beneficio molto maggiore per quei programmi che si concentrano sui character skills rispetto a quei programmi che mirano soprattutto alle abilità cognitive e a forme di apprendimento strettamente scolastico
(J. J. Heckman e T. Kautz)
Da sempre, non vi è attività lavorativa che, per essere svolta in termini di apprezzabile efficacia, non preveda il possesso di conoscenze e tecniche specifiche, denominate hard skill. Oggi, però, il mondo del lavoro chiede anche altro: chiede competenze trasversali, le cosiddette soft skill, ritenute necessarie per soddisfare esigenze e aspettative delle diverse realtà organizzative, e per mettere “le persone nelle condizioni di sviluppare al meglio le proprie professionalità.
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