Alla manifestazione nazionale del 10 dicembre 2021 hanno aderito il Movimento Dsga e Aida. Alberico Sorrentino: “Chiediamo il riconoscimento dell’elevata professionalità anche nel mondo scolastico, tenuto conto delle competenze specifiche che vanno dalla gestione del Codice degli Appalti alla ricostruzione delle carriere, e una valorizzazione generale delle risorse”. Giuliana Sannito: “Siamo una pubblica amministrazione e di conseguenza il dirigente scolastico dovrebbe essere reclutato con i sistemi canonici di qualsiasi altro dirigente dello Stato. Necessaria anche l’attivazione della figura del coordinatore amministrativa, prevista dal 2006”
di Stefania De Cristofaro
ROMA – In piazza anche i Direttori dei Servizi generali e Amministrativi, figure di vertice della scuola italiana rimaste deluse dagli ultimi interventi sfornati dal governo. L’associazione italiana dei direttori amministrativi delle scuole, Aida, e il Movimento nazionale Dsga, hanno preso parte alla manifestazione di protesta di questa mattina, 10 dicembre 2021, organizzata dalle organizzazioni sindacali Flc Cgil, Uil Scuola, Snals Confsale e Gilda Unams
“Abbiamo aderito una volta preso atto del fatto che nell’ultima Legge finanziaria c’è carenza di risorse destinate al personale Ata”, spiega il presidente del Movimento nazionale Dsga, Alberico Sorrentino. “Alla base della piattaforma dello stato di agitazione proclamato dai sindacati non c’erano richieste specifiche per la categoria dei Dsga e a tal fine assieme all’associazione Aida, abbiamo fatto richiesta ai sindacati per inserire le nostre istanze. In primis, la creazione dell’area delle elevate professionalità nel comparto istruzione e ricerca”, spiega. “Si tratta di una categoria prevista dal decreto legge 80 del 2021, meglio noto come decreto Brunetta sul reclutamento. Va resa concreta, rimettendo alla contrattazione le modalità di selezione per l’accesso. Per i Dsga, avendo funzioni direttive, chiediamo l’inserimento ipso facto nella nuova area”, prosegue. “Come Dsga siamo schiacciati poiché non abbiamo la possibilità di avere una progressione di carriera. Mentre il docente ha la possibilità di partecipare al concorso per dirigente, il Dgsa resta lì vita natural durante. Chiediamo, quindi, la possibilità di fare carriera all’interno della scuola”, va avanti. “Per la revisione degli ordinamenti professionali sono state previste risorse per un ammontare complessivo di 200 milioni di euro. Per ogni comparto, attraverso la contrattazione, saranno definiti quali funzionari vanno a far parte della nuova area di elevata professionalità. Il punto è che nel comparto scuola c’è una specificità costituita dal fatto che i docenti, stando al decreto, sono espressamente esclusi, mentre l’unico funzionario amministrativo che c’è a scuola è il Dsga che ha superato il concorso”.
L’ultima selezione pubblica risale al 2018, ma ad oggi sono circa duemila i posti rimasti privi di copertura: “Sono 1.800 e questa situazione ha creato non pochi problemi soprattutto nelle regioni del nord Italia”, sottolinea Sorrentino. “Qui si è proceduto al reclutamento addirittura attraverso la terza fascia, facendo passare un messaggio non corretto, in virtù del quale chiunque, sulla base di graduatoria, può ricoprire il ruolo, quando così non è data la complessità delle funzioni. Ci troviamo, infatti, a maneggiare procedure differenti e specifiche che vanno dalla gestione del Codice degli Appalti alle procedure di ricostruzione di carriera”, sottolinea.
“Rivendichiamo, inoltre, assieme alle sigle sindacali, la riduzione o l’abbattimento del vincolo quinquennale per i Dsga che hanno vinto il bando di concorso indetto nel 2018, tenuto conto del fatto che per i docenti è stato portato da 5 a 3 anni, con il decreto Sostegni bis, mediante un emendamento”, aggiunge. “E chiediamo anche l’attivazione del profilo del coordinatore di area C, peraltro già previsto dal contratto collettivo nazionale 2006-2009. Attivazione bloccata per carenza di risorse”.
La questione della mancanza di fondi adeguati resta il filo conduttore della protesta: “E’ necessaria la valorizzazione delle risorse per il personale delle scuole”, sottolinea Alberico Sorrentino. “C’è tanta demagogia sui 16 miliardi previsti per le scuole, ma non sono fondi destinati a incrementi degli stipendi di questo comparto. Gli stipendi sono i più bassi tra quelli delle altre pubbliche amministrazioni”, sottolinea. “Qualora non dovesse essere sufficiente questa forma di protesta, abbiamo intenzione di proseguire”, anticipa Sorrentino.
“L’adesione alla manifestazione di oggi è stata più che buona. C’è stato anche il coinvolgimento degli uffici della segreteria e dei collaboratori scolastici, quindi i servizi ausiliari. Abbiamo notizie di scuole che non hanno potuto aprire questa mattina”, dice la presidente di Aida Scuole, Giuliana Sannito. “Come Aida abbiamo aderito perché il decreto Brunetta prevede l’istituzione di un’area per le elevate professionalità e nella scuola, dal momento che la stessa legge preclude la possibilità di accesso ai docenti, l’unica figura apicale e direttiva che può ricoprirla è il Dsga. Manca però l’atto di indirizzo da parte del ministero con il quale i Dsga vengano inseriti in quest’area e di conseguenza, la contrattazione della fase successiva. Per questo Aida sta spingendo a livello sindacale e anche politico”, spiega.
“L’altro punto importante è relativo alla figura del coordinatore amministrativo, figura che è stata istituita anni addietro ma non è mai stata attivata”, aggiunge. “E’ la persona che dovrebbe sostituire i Dsga perché noi non possiamo assentarci ed essere sostituiti, se non attraverso dei palliativi. Eppure è una figura istituita nel 2006 che da allora è rimasta sulla carta. Non è escluso che, a questo punto, Auda intraprenda azioni di carattere giudiziario”, dice ancora Sannito.
“Vogliamo, inoltre, che ci sia un ammodernamento dei processi di reclutamento di tutto il personale scolastico, per i quali chiediamo che ci sia un’autentica ristrutturazione, compresi gli assistenti amministrativi. Non è possibile, dato il lavoro così specializzato che viene richiesto, attingere a graduatorie per soli titoli. E’ necessario, invece, cercare competenze specifiche”.
In questa direzione si inserisce anche la richiesta di bandire un nuovo concorso per Dsga in modo tale da coprire le caselle rimaste vacanti.
“La scuola italiana è un sistema complesso da rivedere perché, così come si presenta oggi, non funziona: vengono richieste competenze incredibili alla figura professionale dei Dsga, ma di contro il dirigente scolastico vien reclutato nell’ambito della carriera docente”, rimarca. “ E’ evidente l’assoluta inconsistenza di questa struttura che risiede nel passato, agli anni in cui la scuola non faceva ancora parte della pubblica amministrazione ed era assoggettata a leggi speciali che oggi non trovano più corrispondenza e aderenza alla realtò. La scuola è una pubblica amministrazione e di conseguenza anche il dirigente scolastico dovrebbe essere reclutato con i sistemi canonici di qualsiasi altro dirigente dello Stato”.