La scuola progressista come artefice della disuguaglianza. Il libro di Mastrocola e Ricolfi
di Rita Bortone
Abstract
Il libro di Mastrocola e Ricolfi denuncia la scuola progressista come artefice della “catastrofe culturale” che, secondo loro, sta colpendo le nuove generazioni e in particolare i ceti deboli.
Partendo dalle posizioni degli Autori, il contributo affronta criticamente ciò che appare verità condivisibile e ciò che appare cattiva coscienza e accecamento ideologico; quindi, si sofferma sulle responsabilità di ministri e intellettuali, dirigenti e insegnanti, progressisti e non progressisti nel determinare il progressivo abbassamento culturale dell’offerta formativa della scuola per tutti, e prova ad individuare alcuni elementi imprescindibili per una scuola che aspiri ad una inversione di tendenza.
Il danno scolastico. La scuola progressista come macchina della disuguaglianza. Paola Mastrocola, Luca Ricolfi, La nave di Teseo, ottobre 2021
Il libro
“Il danno scolastico – la cultura progressista come macchina di disuguaglianza”, appena pubblicato da La nave di Teseo e scritto da Paola Mastrocola e Luca Ricolfi, illustra il “danno” apportato ai ceti sociali deboli dalla scuola “progressista”, ritenuta responsabile della catastrofe culturale che ha colpito il Paese negli ultimi 60 anni e delle accresciute disuguaglianze tra ricchi e poveri. Noti autori di vari volumi, Mastrocola è docente di lettere nei licei, mentre Ricolfi è accademico di sociologia.
Dopo una pagina di “avvertenze”, il primo capitolo è della Mastrocola ed è intitolato “Ipotesi sulla disuguaglianza: l’abbassamento danneggia i ceti popolari?”. L’ipotesi, già formulata in precedenti lavori, trova nei capitoli 2 e 3, entrambi intitolati “Con i miei occhi”, il supporto delle esperienze scolastiche e professionali dei due autori. L’ipotesi sulla disuguaglianza trova infine la sua verifica nel capitolo 4, scritto da Ricolfi sulla base di dati Istat e intitolato “Test della verifica: sì, l’abbassamento danneggia i ceti popolari”.
Il volume si conclude con una “Lettera a un genitore”, nella quale la professoressa Mastrocola accoratamente raccomanda al destinatario di farsi carico, lui che è genitore e quindi tiene alla cultura del figlio, della osservazione, del controllo, della partecipazione e della contestazione nei confronti della scuola che egli stesso ritenga colpevole.
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