Di Antonio Lupo
Con una scrittura limpida e penetrante che si apre a sfumature espressive e semantiche diverse, Antonio Errico racconta le problematiche e i dubbi del nostro vivere quotidiano, le illusioni e le speranze di fronte all’imprevedibile e all’ imponderabile delle “implicazioni del tempo”, la casualità delle nostre scelte esistenziali, nel ventaglio delle possibilità e delle necessità.
Ne risulta una narrazione coerente e coesa, a corredo della quale, in modo gradevolmente innovativo, l’autore propone alla fine di ognuno dei saggi, la sua lettura interpretativa di una famosa opera d’arte: Il viandante sul mare di nebbia (1818), dipinto ad olio di Caspar David Friedrich, richiamato nella grafica della copertina.
Tra una pagina e l’altra dei testi, editoriali già pubblicati sul Nuovo Quotidiano di Puglia e rimaneggiati, siamo portati così a scandagliare il fondo delle cose, i punti nodali del nostro esistere (l’intelligenza, la memoria, la dimensione emotiva, l’immaginazione, la bellezza, il procedere per imperfezioni), a interrogarci sulle grandi questioni della scienza o sul persistere di luoghi comuni e di certezze che non sono mai definitive. A cominciare dalla separazione dei saperi o dalla pretesa di essere i primi e non gli ultimi arrivati, in una società che dovrebbe privilegiare sempre una prospettiva d’insieme, non riduttivamente specialistica, a vantaggio di una formazione e di una ricerca estensibile ad altri ambiti, continuamente migliorabile.
Ciò che conta è infatti la necessità di confrontarsi con l’esperienza, “nell’oscillazione tra la sapienza della scienza e la coscienza del limite”, il saper ricominciare con scelte innovative rispetto al già esplorato e sperimentato, in una proficua coesistenza tra vecchio e nuovo.
Considerata la provvisorietà e la precarietà di un mondo in cui storie e geografie si evolvono di continuo, costante rimane quindi la curiosità di aprire nuovi spazi di conoscenza, rimodulando i paradigmi già collaudati ed esperiti, sempre sostenuti dal coraggio dell’errore e dell’imperfezione.
Integrato da una saggia pluralità di citazioni dai testi della classicità e da pregnanti riferimenti a Libri e persone della contemporaneità ( titolo della nota bibliografica che correda le ultime pagine), il libro di Antonio Errico ci invita a non irrigidirci in un unico punto di vista, ad emozionarci e ad a interrogarci sul cammino da compiere, come fa il viandante di Friedrich, consapevole dei limiti del suo viaggio e del suo mare di dubbi.