“In caso di criticità, entrata non prima delle 9, turni pomeridiani e incremento didattica a distanza”. La ministra Azzolina: “Ulteriore sforzo per garantire il diritto allo studio”. Nulla cambia per infanzia, primaria e secondaria di primo grado
Di Stefania De Cristofaro
ROMA – La scuola italiana non chiude nonostante non sia stata archiviata l’emergenza sanitaria per il Covid 19. Le scuole di ogni ordine e grado continueranno a restare aperte, per effetto di alcune nuove misure definite dal Governo Conte nell’ultimo Dpcm con l’obiettivo di salvaguardare due diritti garantiti dalla Costituzione: quello all’istruzione degli studenti e quello alla salute.
Le novità riguardano esclusivamente il secondo ciclo di istruzione e vanno adottate solo nei casi di criticità evidenziati dalle autorità sanitarie e dagli enti locali, quando cioè – dati alla mano – il rischio di contagio richiede maggiore attenzione e deve essere innalzata l’asticella della sicurezza. Tre sono i margini di manovra stabiliti dal Governo: entrata in classe non prima delle 9, turni nel pomeriggio e incremento della didattica a distanza. In ogni caso, è necessario che la situazione critica venga comunicata al Ministero.
IL NUOVO DPCM DEL 18 OTTOBRE 2020
Le novità che interessano il mondo della scuola sono contenute nel Decreto del presidente del Consiglio dei ministri del 18 ottobre 2020: entrano in vigore oggi e saranno valide sino al prossimo 13 novembre (salvo conferme o nuovi Dpcm).
Il punto centrale è che la didattica in presenza resta la regola generale per tutti i cicli di istruzione. Le lezioni continueranno a essere svolte in classe, per garantire il rapporto tra docenti e studenti, così come quello fra studenti, dopo l’interruzione n maniera brusca la primavera scorsa, quando il Governo decise di imporre lo stop generale di tutte le attività. Lock down senza alcuna eccezione. Adesso, invece, la situazione è differente. Secondo il Governo, infatti, ci sono margini di manovra per garantire il ritorno alla normalità nella scuola, stando ai dati forniti dalle autorità sanitarie. La didattica a distanza (la cosiddetta Dad) potrà essere aggiuntiva e non più sostitutiva rispetto a quella tradizionale. Cosa cambia, allora, con il nuovo Dpcm?
LE NOVITA’ CONTENUTE NEL NUOVO DECRETO
A rispondere è la stessa ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, attraverso la pagina Facebook istituzionale, diventata canale di comunicazione privilegiato, essendo alla portata di tutti: degli studenti e delle famiglie.
“Dopo aver centrato tutti insieme l’obiettivo della ripresa della didattica in presenza e in sicurezza, come dimostrano i dati raccolti dal Ministero e certificati dalle autorità sanitarie competenti, ci è richiesto un ulteriore sforzo, al fine di venire incontro alle esigenze complessive del sistema Paese per il contenimento dell’emergenza Covid”
Ha scritto Azzolina. La ministra ha inviato una nota ai dirigenti scolastici, dopo l’ interlocuzione con i sindacati di settore.
SECONDO CICLO DI ISTRUZIONE
“Previa comunicazione al Ministero dell’istruzione da parte delle autorità regionali, locali o sanitarie delle situazioni critiche e di particolare rischio riferite agli specifici contesti territoriali.
Le scuole secondarie di secondo grado:
- Adottano ulteriori forme di flessibilità, anche incrementando il ricorso alla Didattica Digitale Integrata.
- Modulano ulteriormente (rispetto a quanto già disposto da settembre e grazie al lavoro fatto quest’estate) orari di ingresso e uscita degli alunni, anche attraverso l’eventuale utilizzo di turni pomeridiani; nell’ambito di questa ulteriore modulazione, dispongono che l’ingresso a scuola non avvenga prima delle ore 9.00.
Si ribadisce, quindi, che le “situazioni critiche e di particolare rischio”, rappresentate da autorità sanitarie ed enti locali, sono le sole che giustificano una eventuale revisione di quanto già stabilito, anche con riferimento all’ingresso posticipato alle ore 9.00, che deve essere disposto unicamente qualora ricorrano le condizioni sopra descritte.
“Salvo questi casi, non è necessario modificare orari di entrata e uscita e tutto quanto sia collegato alla scansione temporale definita dall’inizio dell’anno scolastico”
Ha sottolineato la ministra Azzolina.
SCUOLA DELL’INFANZIA E PRIMO CICLO DI ISTRUZIONE
Per quanto riguarda la scuola dell’infanzia, la scuola primaria e la scuola secondaria di primo grado, nessuna novità: “Nulla cambia, nella riconosciuta priorità di garantirne l’ordinato svolgimento in presenza dell’attività educativa e didattica, al fine di rispondere a precise motivazioni didattiche e ad una esigenza sociale complessiva”, fa sapere la ministra.
“Come previsto dal “Piano Scuola”, varato a giugno, per operare in piena sinergia con tutti gli attori istituzionali coinvolti, saranno svolte le riunioni dei tavoli e delle conferenze regionali e locali, previste dal c.d. “Piano Scuola”, per coordinare e monitorare le azioni da adottare”.
LA CABINA DI REGIA SCOLASTICA
Gli Uffici di ambito territoriale(UAT), in raccordo con gli Uffici scolastici regionali(USR), assicureranno coordinamento e supporto alle istituzioni scolastiche e all’azione dei Dirigenti Scolastici.
Stando a quanto spiegato dalla stessa ministra, non c’è quindi alcun automatismo nell’entrata in vigore delle nuove misure contenute nel Decreto del presidente del Consiglio dei Ministri: gli interventi trovano applicazione solo in situazioni definite come “critiche o di particolare rischio”, sulla base di valutazioni delle autorità sanitarie e degli enti locali, attraverso la cabina di regia costituita da tavoli regionali e locali con gli uffici scolastici. Chi siede a questi tavoli ha informazioni e dati tali da permettere una conoscenza continua e immediata dell’evoluzione della curva dei contagi da Covid 19 in ambito scolastico. Di conseguenza, è nelle condizioni di agire in maniera immediata con riferimento alla singola scuola per incrementare il livello di sicurezza senza dover comprimere il diritto all’istruzione in classe.
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