La figura e l’insegnamento di Cesare Scurati, ancora attuali a sei anni dalla sua scomparsa.
di Antonio Santoro
La stima nei suoi riguardi e l’onore di averlo conosciuto mi hanno portato a ricordare, sulle pagine di Scuola e Amministrazione, la figura e l’insegnamento di Cesare Scurati a pochi giorni dalla sua scomparsa.
Ora rilevo l’opportunità del richiamo di quella che ho considerato l’ultima sua consegna agli uomini di scuola:
* l’urgenza di ritrovare, nell’incertezza del nostro tempo, il senso dell’istituzione “individuandone il nodo fondamentale – secondo una suggestione di derivazione deweyana – nella tensione fra educazione come promozione dell’autorealizzazione personale sul piano individuale ed educazione come creazione di una <civitas> morale collettiva”;
* l’onere di non dimenticare mai “che nell’esserci della scuola devono pur sempre abitare, insieme alla storia, alla cultura e alla scienza, anche la parola e la speranza”;
* quindi, l’impegno di “pensare e attuare la scuola come luogo […] nel quale, oltre alle sicurezze della scienza, circolino anche le domande e le verità della coscienza, senza le quali l’impatto formativo risulta troppo debole rispetto alle sfide da affrontare”.